San Gallo , venerdì, 11. novembre, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Una Chiesa “ricca di testimoni”: è di questo che ha bisogno la Chiesa. E lo ricordano i vescovi del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, in una lettera inviata dalla presidenza all’episcopato ungherese in occasione della festa di San Martino da Tours, di cui ricorre il 1700esimo anniversario dalla nascita.
“A qualche giorno della chiusura del Giubileo della Misericordia – scrivono i vescovi europei - non possiamo non notare la felice coincidenza con la memoria di uno dei santi che meglio seppero incarnare nel loro tempo il volto misericordioso di Cristo”.
Ricorda la presidenza del CCEE che “la vita di San Martino ci dice che nell’incontro con il mendicante infreddolito il santo scoprì Gesù Cristo, si convertì, cambiò vita, mettendola non più al servizio di un potere mondano ma di Dio”.
Un incontro che rese San Martino “capace di vivere e di amare”, che lo portò “a prendersi cura dei poveri e degli oppressi, a diffondere il Vangelo con coraggio, a combattere gli errori del suo tempo, a edificare le comunità ecclesiali con spirito di pastore, con i sentimenti di Cristo e la capacità di vedere il mondo con gli occhi di Dio”.
La presidenza CCEE ricorda che San Giovanni Paolo II indicò in San Martino uno “dei fondatori del monachesimo occidentale”, e rimarcano che fu parte “di quella schiera di uomini che sono a fondamento della cultura e della civiltà europea, realtà che non è soltanto una memoria, ma anche un progetto da costruire con fiducia e convinzione”.