Città del Vaticano , venerdì, 11. novembre, 2016 9:00 (ACI Stampa).
Con un lungo resoconto sulle pagine di Repubblica, accompagnato da una introduzione di stampo prettamente politico, Eugenio Scalfari riferisce di un nuovo incontro avuto con Papa Francesco lunedì 7 novembre – il primo incontro in un anno, sebbene intervallato da frequenti telefonate del Papa, dice il fondatore del quotidiano. I temi del colloquio riguardano il nuovo presidente americano Donald Trump – al tempo dell’intervista ancora non eletto presidente – e le preoccupazioni di Papa Francesco per i migranti.
Come nello stile di Scalfari, l’intervista è strutturata come una narrazione, anche perché – per sua stessa ammissione in tempi non sospetti – il giornalista non prende appunti né registra le conversazioni, ma le ricostruisce a memoria.
Secondo Scalfari, ad una specifica domanda su Donald Trump, Papa Francesco ha sottolineato: “Io non do giudizi sulle persone e sugli uomini politici, voglio solo capire quali sono le sofferenze che il loro modo di procedere causa ai poveri e agli esclusi”.
Il Papa ha poi sottolineato che la sua preoccupazione principale è “quella dei profughi e degli immigrati”, che “sono in piccola parte cristiani, ma questo non cambia la situazione”. Papa Francesco ha parlato della loro sofferenza e del loro disagio, ha detto che ci sono molte cause per questo, e che la Chiesa si impegna in prima linea, ma “purtroppo molte volte sono soltanto provvedimenti avversati dalle popolazioni che temono di vedersi sottrarre il lavoro e ridurre i salari. Il denaro è contro i poveri oltreché contro gli immigrati e i rifugiati, ma ci sono anche i poveri dei Paesi ricchi i quali temono l' accoglienza dei loro simili provenienti da Paesi poveri”.
Papa Francesco ha sottolineato di nuovo il concetto di “abbattere muri e costruire ponti” per “diminuire le diseguaglianze e accrescono la libertà e i diritti”, perché sono proprio queste diseguaglianze a incoraggiare “il movimento dei popoli da un Paese ad un altro”, che dopo due, tre quattro generazioni portano “quei popoli si integrano e la loro diversità tende a scomparire del tutto”.