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Cineforum Seraphicum, riflessioni aperte sul mondo

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L’anno prossimo saranno cinquant’anni giusti che le proiezioni e gli incontri si tengono nell’auditorium spazioso e confortevole del Seraphicum, l’ateneo pontificio diretto nella Capitale, all’Eur, dai Frati Minori Conventuali. Ma in zona cinquantenario il Cineforum Seraphicum vi è già entrato due anni fa.

Fu nel 1964 infatti che, nelle sale della non distante parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, padre Faustino Ossanna diede vita al  Circolo di Cultura Cinema­tografica “Roma EUR”  con la proiezione de Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, seguita dall’incontro a cui partecipò il regista stesso. Nacque allora un’attività comunitaria che si trasformò negli anni in un momento d’incontro con la settima arte fra i più noti di Roma, e che continua ad accompagnare e nutrire la cultura, non solo cinematografica, del quartiere e della città.

Curato via via prima dagli studenti dell’ateneo e poi strutturatosi attraverso le direzioni di frà Silvano Castelli, di padre Francesco Saverio Pancheri (che nel 1982 introdusse la formula dell’abbonamento a tutto il ciclo), di padre Milan Holc, di frà Corrado Algarotti, di padre Emanuele Rimoli e, da ultimo, dell’attuale direttore frà Jesus Ramirez, il cineforum ha una struttura semplice. Due proiezioni, il venerdì sera alle 21 e il sabato alle 16, quest’ultima seguita dall’incontro con il regista, interrogato da uno o più critici cinematografici: da Roberto Rossellini a Pier Paolo Pasolini, da Pupi Avati a Giuseppe Piccioni, Francesco Bruni, Daniele Ciprì e tanti altri, intervistati da critici del calibro di Luigi Saitta, Ernesto G. Laura, Alessandro Garbarino, Enzo Natta, Paolo Valmarana, Beppe Cereda, Claudio G. Fava, padre Virgilio Fantuzzi S.I. e Mario Dal Bello, solo per fare qualche nome.

Quest’anno la partenza del ciclo di proiezioni è fissata per sabato 19 novembre alle 16, con la proiezione diCome saltano i pesci, una delle novità più fresche della passata stagione cinematografica, a cui farà seguito l’incontro con il regista Alessandro Valori. Degli altri film e delle novità dell’edizione 2016/2017 del Cineforum, Acistampa ne ha parlato con Vincenzo Rosito, professore di filosofia teoretica presso la Facoltà Teologica di san Bonaventura-Seraphicum e collaboratore delle pagine culturali del quotidiano Avvenire, che insieme a Vincenzo Laurito, avvocato ed esperto di cinema, coadiuva frà Ramirez nella direzione artistica della rassegna. “Nell’ambito delle attività dell’ateneo - racconta Rosito - il Cineforum è certamente un fiore all’occhiello ed è un contributo al servizio della cultura, una delle componenti dell’azione pastorale della comunità dei Padri Conventuali”. Dopo la proiezione di apertura, sugli schermi dell’auditorium all’Eur scorreranno fino al prossimo aprile le immagini di una quindicina di pellicole recenti, talune anche sfuggite alla distribuzione ordinaria nelle sale cinematografiche. Al costo di 5 euro a proiezione - 60 euro se si sceglie la formula dell’abbonamento a tutte le visioni - si potrà vedere (o rivedere) Al di là delle montagnedel regista cinese Jia Zhang-Ke, Il piccolo principe di Mark Osborne, adattamento cinematografico del capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry, La pazza gioia di Paolo Virzì,  l’ultima fatica di Checco Zalone, Quo vado, record di incassi a inizio anno. E ancora, Marie Heurtin di Jean-Pierre Ameris, la delicata storia di una ragazza sordocieca nella Francia del XIX secolo; Il condominio dei cuori infranti, di Samuel Benchetrit, sui piccoli microcosmi dei nostri vissuti quotidiani; Suffragette, di Sarah Gavron, che narra la lotta per l’emancipazione femminile nell’Inghilterra dell’Ottocento, per finire con Veloce come il vento di Matteo Rovere, Truman del regista catalano Cesc Gay, e Perfetti sconosciuti, film di Paolo Genovese apprezzato dalla critica e dal pubblico, che ha indagato sul rapporto fra realtà e virtualità nelle relazioni personali.

“La scelta dei film di questa edizione, come in quelle passate - annota ancora Rosito - non è dettata da una selezione solo tematica o monotematica, ma vuole guardare alla pluralità dei generi, per cui l’alternanza fra dramma e commedia è uno dei temi a cui ci rapportiamo, con aperture anche all’animazione, al realismo documentaristico ad ampio spettro e alla dimensione intercontinentale, con la visione di pellicole provenienti dal cinema cinese, indiano o mediorientale”.

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Novità di quest’edizione, invece, è la previsione di un calendario di quattro dibattiti culturali, “I dialoghi del Cineforum”, ideati  per riflettere e confrontarsi sulla complessità del tempo presente a partire da alcune opere rappresentative della cinematografia contemporanea. E così, sabato 21 gennaio, è in programma “Il paesaggio e i passaggi della Chiesa oggi”, con gli interventi del filosofo Rocco D’Ambrosio e della giornalista di Avvenire Stefania Falasca dopo la proiezione del film di Daniele Luchetti Chiamatemi Francesco, che racconta gli anni giovanili di Jorge Mario Bergoglio; sabato 18 febbraio, dopo la visione diFuocoammare di Gianfranco Rosi si analizzeranno “Le forme e i volti dell’ospitalità”, con le testimonianze di monsignor Giancarlo Perego e di una rappresentanza del Centro Astalli – Servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia. Il dibattito su “Economia tra accessibilità e trasparenza” sarà al centro dell’incontro, sabato 11 marzo, con il sociologo Oreste Bazzichi, il teologo Carmelo Dotolo e il sociologo politico Giovanni Moro, che commenteranno Le confessioni di Roberto Andò, mentre sabato 8 aprile, a confrontarsi su “Media, consenso, potere” saranno il critico cinematografico Federico Pontiggia e lo storico Alessandro Portelli dopo la proiezione del film di David Wnendt  Lui è tornato. “I quattro incontri previsti non vogliono essere un mini convegno - osserva Vincenzo Rosito - ma un rapido giro d’orizzonte sulle questioni aperte dalla visione del film. Non si tratta di fare un’esegesi, ma di avviare una discussione aperta sul come il cinema si raccorda e si rannoda alle grandi questioni del presente e della contemporaneità.

Per esempio, l’incontro dopoChiamatemi Francesco vuole essere l’opportunità di riflettere insieme sulla presenza della Chiesa nel mondo nell’epoca di Papa Francesco. E’ una formula sperimentale e innovativa, scelta per non fare una lettura autoreferenziale del film e del prodotto artistico, ma per dare la prospettiva di un’arte che vuole aprire e aprirsi, rimandando ad altri orizzonti. Il collante di questi incontri - conclude il professor Rosito - è la densità complessa del presente, per decifrare e comprendere alcune dimensioni del mondo contemporaneo: il ruolo della Chiesa, la globalizzazione antropologica dell’incontro con l’altro, il peso dell’economia nelle scelte politiche e sociali e nelle nuove emergenze, le vecchie e nuove seduzioni della comunicazione”.