Città del Vaticano , mercoledì, 9. novembre, 2016 10:40 (ACI Stampa).
Visitare i malati e i carcerati. Il Papa incentra la catechesi dell’Udienza di oggi su questa opera di misericordia tanto cara a Gesù. “Quante pagine dei Vangeli narrano questi incontri!”, dice Francesco. E con queste opera di misericordia il Signore ci invita ad un “grande gesto di umanità”: la condivisione.
“Sia i malati che i carcerati – afferma il Pontefice - vivono una condizione che limita la loro libertà. E proprio quando ci manca, ci rendiamo conto di quanto essa sia preziosa! Gesù ci ha donato la possibilità di essere liberi nonostante i limiti della malattia e delle restrizioni. Egli ci offre la libertà che proviene dall’incontro con Lui e dal senso nuovo che questo incontro porta alla nostra condizione personale”.
Il Papa nel suo discorso ai presenti ribadisce l’importanza di donare “un sorriso, una carezza, una stretta di mano; sono gesti semplici, ma tanto importanti per chi sente di essere abbandonato a se stesso”. E ricorda chi compie un’opera di “volontariato impagabile e un’espressione eloquente ed efficace di misericordia.”, andando spesso a trovare chi è negli ospedali o nelle carceri.
“Gesù – spiega Francesco - ponendo la visita ai carcerati tra le opere di misericordia, ha voluto invitarci, anzitutto, a non farci giudici di nessuno. Certo, se uno è in carcere è perché ha sbagliato, non ha rispettato la legge e la convivenza civile. Perciò in prigione, sta scontando la sua pena. Ma qualunque cosa un carcerato possa aver fatto, egli rimane pur sempre amato da Dio”.
“La mancanza di libertà – aggiunge il Papa - è senza dubbio una delle privazioni più grandi per l’essere umano. Se a questa si aggiunge il degrado per le condizioni spesso prive di umanità in cui queste persone si trovano a vivere, allora è davvero il caso in cui un cristiano si sente provocato a fare di tutto per restituire loro dignità”.