Roma , lunedì, 7. novembre, 2016 18:00 (ACI Stampa).
“Le cronache recenti documentano la persistenza nelle nostre società di forme di intolleranza, xenofobia, razzismo che feriscono la dignità della persona e mortificano la convivenza civile: si tratta di manifestazioni di odio tanto violente quanto ingiustificabili. Il carattere non episodico di questi fenomeni – e talvolta la non pronta e chiara riprovazione di essi - impone una seria riflessione e un comune impegno, finalizzati a elaborare proposte di prevenzione e contrasto efficaci a livello istituzionale, sociale e culturale”. Sono le parole di Monsignor Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, ascoltato in audizione dalla Commissione “JO Cox” sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio.
Monsignor Galatino ricalca nel suo discorso il ruolo della Chiesa e della Santa Sede: “Papa Francesco ha sottolineato come il problema dell’intolleranza “debba essere affrontato nel suo insieme: là dove una minoranza qualsiasi è perseguitata ed emarginata a motivo delle sue convinzioni religiose o etniche, il bene di tutta una società è in pericolo e tutti dobbiamo sentirci coinvolti. Nel decennio in corso la Chiesa italiana ha assunto l’opera educativa come ambito prioritario di impegno, con l’attenzione a “superare i confini parrocchiali e ad allacciare alleanze con le altre agenzie educative”.
Galantino illustra alcune di queste iniziative: “Spaziano dalle proposte di percorsi di volontariato e di servizio civile in Italia e all’estero, all’accoglienza di decine di migliaia di immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e vittime della tratta; di pari passo, vanno le centinaia di progetti sostenuti nel Sud del mondo e rivolti allo sviluppo integrale della persona. Sul fronte dell’impegno culturale, sottolineo le iniziative di dialogo interreligioso con Ebrei e Musulmani, come il sostegno alla campagna per la riforma della legge di cittadinanza, così da riconoscerla alle centinaia di migliaia di bambini e ragazzi figli dell’immigrazione e nati o comunque cresciuti nel nostro Paese: per molti di loro gli Oratori e la Sale della comunità sono luoghi di incontro e di effettiva integrazione”.
“L’antidoto necessario – conclude monsignor Galantino - alla diffidenza e alla paura, nonché alle regressioni difensive che ingenerano, rimane l’educazione al rispetto dell’altro, il richiamo inesausto alla dignità assoluta di ogni persona umana, senza opzioni parziali inevitabilmente falsificanti e non di rado strumentali. È il lavoro culturale che mira a costruire ponti, capaci di superare gli abissi dell’esclusione, della xenofobia e della violenza”.