Città del Vaticano , sabato, 10. dicembre, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Quando un’opera d’arte antica entra a far parte della storia dell’ arte si pensa di saperne tutto. Capita spesso invece che un altro ritrovamento possa dare nuova luce e nuove informazioni.
É il caso del gruppo del Laocoonte dei Musei Vaticani che grazie ad un incunabulo dell’ archivio della diocesi di Velletri- Segni è stato ridatato.
Alfredo Serangeli direttore dell’archivio Storico “Innocenzo III” della diocesi di Velletri - Segni” spiega:
“La scoperta di questo incunabolo della Naturalis ex storia è stata fatta nell'agosto 2007. Nella biblioteca vescovile in seminario dei Segni. L’incunabolo non era mai stato riconosciuto come tale. Era in condizione disastrosa ed è stato per molti mesi in restauro nella Abbazia della Grotta Ferrata per molti mesi. Dopo un anno abbiamo potuto inizaire a leggerlo e abbiamo trovato quella postilla che cambia la data del ritrovamento del Laocoonte. Nel testo c’è scritto chiaramente che il Laocoonte e stata ritrovato a Roma quattro giorni prima delle idi gennaio, e quindi il 10 gennaio. Poi fu fatta trasportare da Papa Giulio II in Vaticano”.
In questo modo cambia un po’ anche la data di nascita dei Musei Vaticani che nascono proprio per custodire il Laocoonte. Giulio II ha acquistato la statua dal proprietario della vigna in cui fu ritrovata vicino a via Merulana. E poi la fece trasportare in Vaticano.