Città del Vaticano , lunedì, 7. novembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
La vita dei migranti e dei rifugiati che arrivano da ogni parte del mondo e trovano una casa in Europa è legata anche alla possibilità di seguire la loro tradizione religiosa.
La Chiesa cattolica ha sempre avuto una attenzione speciale alle Chiese in diaspora, in particolare molti riti orientali hanno delle Eparchie in Europa e più specificamente in alcuni paesi.
Lo scorso 28 luglio insieme alla creazione dell'Eparchia di Gran Bretagna per i fedeli siro-malabaresi e alla nomina del primo vescovo eparchiale, Papa Francesco ha nominato vescovo monsignor Stephen Chirappanath, come Visitatore Apostolico per i fedeli siro-malabaresi in Europa.
Nei recenti decenni, l’emigrazione degli Indiani in occidente è andata crescendo notevolmente. Ormai esistono comunità siro-malabaresi in diversi Paesi d’Europa: Italia, Austria, Danimarca, Francia, Germania e Svizzera, oltre a Irlanda. Il numero dei fedeli varia da 11.125 nell’Italia e 7.768 nell’Irlanda, a soltanto 30 in Danimarca, con un totale di circa 30.000. Ci sono circa 20 centri per la Celebrazione della qurbana in Italia, 16 in Irlanda, 10 in Austria e meno negli altri Paesi, con circa 35 sacerdoti. Il Visitatore Apostolico ha il compito di visitare i fedeli della sua Chiesa residenti in Europa, interagendo con gli Ordinari del luogo ai quali essi sono affidati, riferendo alla Sede Apostolica circa la loro cura pastorale.
Lo scorso 1 novembre il cardinale Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, ha ordinato vescovo monsignor Stephen Chirappanath. La celebrazione è avvenuta nella Basilica di San Paolo fuori le Mura. Il nuovo vescovo mantiene anche l'incarico di coordinatore nazionale per l'Italia per l'assistenza alle comunità della Chiesa siro-malabarese.