Città del Vaticano , venerdì, 8. maggio, 2015 14:07 (ACI Stampa).
Sono stati approvati lo scorso 21 aprile, e vengono resi noti oggi, gli Statuti della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. La commissione, stabilita con un chirografo di Papa Francesco del 22 maggio del 2014, fu il primo risultato concreto delle riunioni del Consiglio dei Cardinali. Ha già cominciato a lavorare, ha integrato i suoi ranghi, ha cercato di avere una rappresentanza territoriale il quanto più possibile marcata. Ora si dota di un profilo legale-istituzionale. Tra le novità, il fatto che ogni gruppo di lavoro interno alla commissione può dotarsi di tre collaboratori, che non diventano parte della commissione. E il fatto che la Commissione ha anche una struttura amministrativa, con “alcuni officiali coordinati dal segretario,” tra cui uno con specifici compiti amministrativi.
Gli Statuti constano di 6 articoli, e sono il frutto di un lavoro portato avanti da mons. Robert W. Oliver, Segretario della commissione, che è arrivato all’incarico dopo che Benedetto XVI lo aveva scelto come Promotore di Giustizia della Congregazione della Dottrina della Fede. Oliver era stato colui che, nell’arcidiocesi di Boston, aveva affrontato lo scandalo degli abusi con piglio e determinazione, e che era stato poi a fianco del Cardinal Sean Patrick O’Malley nel portare a compimento l’operazione di pulizia. Lo stesso cardinale, presidente della Commissione e membro del Consiglio dei Cardinali, ha voluto Mons. Oliver a tempo pieno nella commissione, per portare il “modello Boston,” integrato con quello del Centro per la Protezione dei Minori avviato tra gli altri dalla Pontificia Università Gregoriana dopo il Simposio verso la Guarigione e il Rinnovamento, al centro della vita della Chiesa.
Attualmente, i membri della Commissione sono 17 (tra cui 2 ex vittime), ma possono arrivare sino a 18 secondo gli Statuti. Sono scelti “tra persone di buona e provata fama, nonché di riconosciuta competenza nei diversi settori che interessano l’attività affidata alla commissione.” E quali sia lo scopo della Commissione è spiegato all’articolo 1 par. 2 degli Statuti: “La protezione dei minori è di prioritaria importanza. Scopo della Commissione è proporre iniziative al Romano Pontefice, al fine di promuovere la responsabilità delle Chiese particolari nella protezione di tutti i minori e gli adulti vulnerabili.”
Spiega il Papa nel Chirografo di costituzione che "il Compito specifico della Commissione sarà quello di propormi le iniziative più opportune per la protezione dei minori e degli adulti vulnerabili, sì da realizzare tutto quanto è possibile per assicurare che crimini come quelli accaduti non abbiano più a ripetersi nella Chiesa."
In pratica, la Commissione ha una funzione “consultiva” (art. 1) e tratta di implementare le linee guida delle diocesi, o fornirne quando non ci sono, in modo da migliorare la cosiddetta “accountability,” un termine inglese che sta a significare l’individuazione delle responsabilità, in casi di abuso. Come organo consultivo, non prende decisioni, ma avanza proposte al Papa. Queste, devono prima essere approvate dalla maggioranza dei due terzi dei membri (art. 1, par. 3).