Città del Vaticano , giovedì, 3. novembre, 2016 14:03 (ACI Stampa).
L’anno della Misericordia si chiude con due eventi molto significativi, il giubileo per i detenuti e per coloro che sono senza fissa dimora.
Due eventi che l’arcivescovo Rino Fisichella ha presentato alla stampa ricordando i momenti principali del programma. Sabato 5 e domenica 6 novembre per la prima volta un grande numero di detenuti provenienti da varie parti d’Italia e di altri Paesi, saranno presenti nella basilica di San Pietro per vivere il proprio Giubileo con Papa Francesco.
La attenzione del Papa per i detenuti è evidente anche nei suoi viaggi apostolici quando ha desiderato ripetutamente visitare le carceri per lasciare ai detenuti un messaggio di vicinanza e di speranza. Dalla messa in Coena Domini, nel carcere minorile di Casal del Marmo, alla vista a Ciudad Juarez in Messico nel febbraio 2016. Nella Bolla il Papa aveva anche chiesto una “grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà”.
Grande la partecipazione da ogni conferenza episcopale e sono stati invitati a partecipare al Giubileo in Roma i detenuti con i loro famigliari, gli agenti della Polizia Penitenziaria e altri operatori penitenziari, i cappellani delle carceri e le associazioni che offrono assistenza all’interno e all’esterno delle carceri.
Sono iscritte al momento oltre 4.000 persone, di cui più di mille saranno i detenuti, provenienti da 12 Paesi nel mondo. Una giornata con il pellegrinaggio nelle chiese giubilari con tempo per la confessione e il pellegrinaggio verso la Porta Santa di San Pietro e poi la messa con il Papa. Intenso il momento delle testimonianze, quattro. “Un detenuto che in carcere ha sperimentato l’esperienza della conversione, che parlerà insieme alla vittima con la quale si è riconciliato; il fratello di una persona uccisa che si è fatta strumento di misericordia, quindi di perdono; un ragazzo minorenne che sta scontando la sua pena e, infine, un agente della Polizia Penitenziaria, che quotidianamente è a contatto con i detenuti”. Saranno ancora i detenuti del carcere di Opera di Milano, nell’ambito del progetto “Il Senso del Pane” a preparare le ostie e sarà esposto per la prima volta il Crocefisso restaurato di recente ad opera del Capitolo della Basilica, che è stato usato in tutti i giubilei tranne il primo.