Roma , martedì, 18. ottobre, 2016 15:30 (ACI Stampa).
“Sto bene, sono sereno, molto sorpreso e allo stesso tempo grato al Signore, mi sento pronto a rispondere con gioia allo Spirito che attraverso la Congregazione che mi ha chiamato a rispondere come Preposito Generale”. Scherza con i giornalisti Padre Arturo Sosa Abascal nella sua prima conferenza come successore di Sant’Ignazio al vertice della Compagnia di Gesù. Il religioso venezuelano è stato eletto “Papa nero” dalla 36/ma Congregazione Generale venerdì scorso.
Padre Sosa spiega subito che non sarà un uomo solo al comando: “Questa è la Compagnia di Gesù, quindi confido che Gesù si faccia carico della sua compagnia, e io cerco di non fare troppi ostacoli a questo disegno del Signore. Mi fido molto di questi compagni che sono così bravi”.
Dopo aver ringraziato il predecessore, Adolfo Nicolas Pachon, Padre Sosa ricorda che i lavori della Congregazione Generale prosegue: “si è preparata per due anni, e ora si deve fare questo discernimento. Credo che non si mette in questione il senso della nostra missione. Le congregazioni generali dopo il Concilio Vaticano II hanno definito chiaramente la nostra missione, il servizio della fede e la promozione della giustizia, tenendo conto della diversità culturale e il dialogo”.
Il prossimo passo sarà quello di definire la “squadra di governo”.
Ma Padre Sosa ai giornalisti racconta di sé e del suo Paese, il Venezuela: “non si comprende quello che è successo in Venezuela se non si ricorda che vive di rendita petrolifera e questa rendita lo amministra che blocca la società democratica, perché questa ha un equilibrio quando è orientata ai cittadini. La rendita petrolifera è dello Stato, ed è lo Stato che mantiene la società, e per questo è difficile creare la società democratica”.