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Cardinale Sandri: "Monte Nebo, l'allora che diventa ora"

Il Cardinale Sandri in Giordania |  | Abouna.org di NourSat Jordan Il Cardinale Sandri in Giordania | | Abouna.org di NourSat Jordan

"Il Santuario del Monte Nebo porta il nome di “Memoriale di Mosè”. La tradizione biblica, di cui Gesù stesso aveva consapevolezza quando celebrò la cena pasquale, ci insegna che il memoriale è cosa ben diversa da un semplice ricordo di un tempo lontano e che
non torna. Come lo ha definito un testimone del nostro tempo, Thomas Merton, il memoriale può essere definito come “l’allora che diventa ora”. Custodire questo Santuario significa voler
restare ora, oggi, in quella esperienza singolare che Dio ha donato al suo Servo Mosè". Sono le parole contenute nell'omelia del Cardinale Leonardo Sandri, Inviato Speciale del Papa, nel Solenne Pontificale per la riapertura del Santuario-Memoriale di Mosè al Monte Nebo in Giordania, domenica 16 ottobre.

"Se come Mosè - continua il Cardinale nel suo discorso - distendiamo il nostro sguardo su tutta la terra circostante, siamo consapevoli delle divisioni e delle controtestimonianze; dei conflitti che da decenni mettono di fronte un popolo contro un altro popolo; del grido di coloro che fuggono dalla guerra e della persecuzione nella Siria e nell’Iraq, e trovano rifugio nella terra giordana; della sordità di alcuni coloro che hanno in mano le sorti dei popoli e della Nazioni, e preferiscono preservare i mercati e i profitti, invece che salvare le vite innocenti delle donne e dei bambini; sul peccato di chi bestemmia il nome di Dio usando violenza contro i propri fratelli in umanità. Tanto è grande il mistero del male!"

"La prima forma per sconfiggerlo - commenta l'Inviato Speciale - è lasciare che Dio lo vinca in noi e per noi! Che questo Santuario, che viene riaperto nell’Anno Santo della Misericordia, rimanga un luogo in cui i pellegrini siano educati a farne concreta esperienza".

Conclude il Prefetto: " Le giovani generazioni di questo amato Medio Oriente” possano “essere accompagnate sulla soglia di un’esistenza di pace nei loro Paesi, nella convivenza pacifica tra le religioni e le culture in una gara reciproca alla carità e alla costruzione del bene comune, e mai più alla violenza, alla sopraffazione e alla negazione della libertà fondamentale a professare liberamente la propria fede”.

La giornata del Cardinale Sandri in Giordania è stata ricca di appuntamenti: nella mattinata si è recato in visita all'Ospedale Italiano di Amman, dove ha iniziato salutando il personale e i pazienti degli ambulatori rivolti ai rifugiati siriani, per poi trasferirsi in alcuni reparti e avere un incontro con il le Religiose e i dirigenti, che hanno illustrato la preziosa opera che viene svolta in questa struttura, di proprietà dell'ASMI ma finanziata in buona parte da alcuni interventi di Caritas e altre associazione caritative.

La seconda tappa della mattina è stata la parrocchia di Marqa, dove il Prefetto della Congregazione è entrato in Chiesa al termine della celebrazione eucaristica parrocchiale in rito latino, e ha rivolto la sua preghiera all'assemblea, ringraziando per la testimonianza di fede gioiosa e per l'ospitalità offerta ad alcune famiglie di profughi iracheni.

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ll pranzo è stato consumato nel "Ristorante della Misericordia", un altro luogo simbolo della carità della città, una sorta di mensa aperte per offrire un pasto ai poveri e alle famiglie bisognose, gestito da volontari Caritas e da alcuni rifugiati che in questo modo possono avere un piccolo e dignitoso lavoro. Il Cardinale ha visitato le cucine e salutato gli operatori, e poi ha pranzato insieme agli ospiti, ascoltando alcune toccanti testimonianze di situazioni di sofferenza e talora tacita persecuzione, vissute con una straordinaria dignità e fede cristiana.