Città del Vaticano , giovedì, 13. ottobre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Con due testi molto personali, Papa Francesco e il Papa emerito Benedetto XVI rendono omaggio alla figura di Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli. “Un uomo che cammina nella fede”, lo descrive Papa Francesco. “Un patriarca davvero ecumenico, in tutti i sensi del termine”, lo definisce Benedetto XVI, che rivela che il Patriarca lo è anche andato a trovare nel monastero Mater Ecclesiae, dove si è ritirato dopo la rinuncia al pontificato, e che lo stesso monastero è pieno di ricordi personali e regali del Patriarca. Sono due testimonianze che compaiono – come prefazione e riflessione – nel libro Bartholomew. Apostle and Visionary, curato da John Chrissavgis, portavoce del Patriarca. Si tratta di un omaggio a Bartolomeo nel 25esimo anniversario della sua elezione, con vari contributi importanti. Tra cui quelli del Papa e del Papa emerito.
Nella prefazione, Papa Francesco ricorda gli incontri con il Patriarca Bartolomeo, a partire da quello al termine della messa di inizio del ministero petrino del 19 marzo 2013: era la prima volta dal Grande Scisma che il Patriarca ecumenico partecipava all’insediamento di un Papa. Era l’inizio di un percorso che Papa Francesco ripercorre passo dopo passo, con gli incontri a Gerusalemme, poi a Roma per la Preghiera per la Pace nei Giardini vaticani, quindi a Costantinopoli durante il viaggio di Papa Francesco in Turchia – curiosamente non viene citato l’incontro nell’isola di Lesbos del marzo di quest’anno.
Incontri – afferma Papa Francesco – che “hanno non soltanto rafforzato la nostra affinità spirituale, ma soprattutto resa più profonda la nostra consapevolezza condivisa della responsabilità pastorale comune che abbiamo in questo momento della storia, dinanzi alle sfide urgenti che i cristiani e l’intera famiglia umana devono affrontare oggi”.
Papa Francesco sottolinea che il legame tra Roma e il Fanar è così “profondo e antico” che nemmeno “secoli di silenzio e malintesi sono riusciti a spezzare”, e mette in luce che la missione che il Papa e il Patriarca hanno ereditato – nel percorso cominciato dal Beato Paolo VI e Atenagora – è quello di “percorrere a ritroso il cammino che ha portato alla separazione delle nostre Chiese, sanando le fonti del nostro reciproco allontanamento”.
L'obiettivo è quello di avere Oriente e Occidente finalmente uniti. C'è già un impegno comune: quello di "costruire un mondo più giusto e più rispettoso delle dignità e delle libertà fondamentali, la più importante delle quali è la libertà di religione”, cui Papa Francesco fa seguire anche “l’impegno per la salvaguardia del creato” – sottolineato tra l’altro anche da Benedetto XVI nella sua riflessione.