Città del Vaticano , mercoledì, 12. ottobre, 2016 10:35 (ACI Stampa).
Papa Francesco, ennesimo appello per la Siria. Al termine dell'udienza generale, colpito dalle notizie di una guerra che sembra non voler terminare mai (ieri è stata colpita anche una scuola, provocando vittime bambine), il Papa ha rinnovato "con urgenza" e con voce grave l'appello per la pace in Siria.
"Voglio sottolineare e ribadire - ha detto il Papa - la mia vicinanza a tutte le vittime del disumano conflitto in Siria. Con un senso di urgenza rinnovo il mio appello implorando con tutta la mia forza i responsabili affinché si provveda ad un immediato cessate il fuoco, che sia imposto e rispettato almeno per il tempo necessario a consentire l’evacuazione dei civili, soprattutto dei bambini che sono ancora intrappolati sotto i bombardamenti cruenti".
L'appello arriva al termine di una catechesi tutta dedicata ad una domanda: come possiamo essere testimoni di misericordia? E la risposta è negli esempi di alcuni santi - e il Papa menziona esplicitamente Madre Teresa - con una richiesta: di pregare Dio perché si mantenga questo stile di vita che mostri la misericordia dell’uomo. Solo - sottolinea il Papa - così si potrà avere una vera “rivoluzione culturale” data dalla misericordia.
Perché l’essere misericordiosi “è un impegno che interpella la coscienza e l’azione di ogni cristiano. Infatti, non basta fare esperienza della misericordia di Dio nella propria vita; bisogna che chiunque la riceve ne diventi anche segno e strumento per gli altri”.
Per Papa Francesco, essere testimoni di misericordia non significa “compiere grandi gesti sovrumani”, ma piuttosto fare “piccoli gesti” che però hanno agli occhi del Signore “un grande valore”, così tanto che “ci ha detto che su questo saremo giudicati”. Il Papa rimanda a Matteo 25, una pagina di Vangelo che gli è molto cara e che cita spesso come “il protocollo attraverso cui saremo giudicati”. Questa volta lo chiama “il testamento di Gesù”, “Gesù dice – sottolinea il Papa - che ogni volta che diamo da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, che vestiamo una persona nuda e accogliamo un forestiero, che visitiamo un ammalato o un carcerato, lo facciamo a Lui”.