Cassano allo Ionio , domenica, 22. febbraio, 2015 12:15 (ACI Stampa).
“Il mio cuore è in grande subbuglio: è accaduto tutto così rapidamente che non me ne rendo ancora conto. Confusione e paura, incertezze e insicurezze ma gratitudine al Signore per questo dono che giunge alla mia persona da Papa Francesco”. Così don Francesco Savino, del clero dell’arcidiocesi di Bari-Bitonto, all’annuncio dato in diocesi dell’elezione a vescovo di Cassano allo Jonio. Il prossimo vescovo pugliese, che sarà ordinato nella sua parrocchia-Santuario dei Santi Medici di Bitonto il prossimo 2 maggio (dove si occupa tra l’altro dei poveri e degli ammalati attraverso una fondazione), prenderà il posto di mons. Nunzio Galantino, che si occuperà a tempo pieno della Segreteria generale della CEI, “per obbedienza al papa”, come ha lui stesso riferito.
Tra le parole pronunciate dal nuovo vescovo eletto della diocesi calabrese, il “grazie al Signore: a Lui solo la lode; grazie a Papa Francesco per la fiducia accordatami; grazie a Padre Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci per la profonda comunione vissuta e condivisa; al Vicario Generale mons. Mimì Ciavarella, sempre affettuoso nei miei confronti. Un abbraccio di fraternità a tutti i sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose, i seminaristi, tutti i laici e, credetemi, nessuno escluso - perché in questi momenti si può escludere qualcuno. Nessuno escluso da questo mio abbraccio di fraternità”.
“Non vi nascondo anche la mia tristezza nel dovermi distaccare dalla mia città di Bitonto dove ho sempre vissuto – ha detto don Savino -. Una città che amo profondamente e che ho cercato di servire in tutte le esperienze pastorali. Prima come vicario parrocchiale presso la parrocchia San Silvestro-Crocifisso; in seguito come parroco della parrocchia Cristo Re Universale e poi per più di 25 anni come parroco-rettore della parrocchia-santuario Santi Medici, dove – grazie ad un progetto pastorale articolato e complesso, sempre condiviso con Padre Arcivescovo – è nata una Fondazione che da più di vent’anni organizza la speranza attraverso opere-segno, attraverso opere socio-sanitarie”.