Città del Vaticano , domenica, 9. ottobre, 2016 11:00 (ACI Stampa).
“Sappiamo dire grazie?” La domanda di Papa Francesco risuona al centro dell’omelia della Messa che celebra in Piazza San Pietro per il Giubileo Mariano. Dopo la pioggia che ha bagnato la fine della recita del Rosario sabato 8 ottobre, la giornata si fa bella, secondo la tradizione delle ottobrate romane. E il Papa muove da quella domanda per poi sottolineare: "Quanti stranieri anche persone di altre religioni, ci danno esempio di valori che noi talvolta dimentichiamo o tralasciamo".
L’omelia di Papa Francesco muove dalle letture del giorno, che ci invitano – dice – “a riconoscere con stupore e gratitudine i doni di Dio”. Il passo del Vangelo è quello in cui Gesù incontra dieci lebbrosi che chiedono di guarirli, e li invia ai sacerdoti. Questi guariscono sul cammino, si presentano davanti ai sacerdoti guariti, ma poi se ne andranno per la loro strada, “dimenticando il dottore”, ovvero colui che li aveva guariti. Con una sola eccezione: un samaritano.
“Quest’uomo – afferma il Papa - non si accontenta di aver ottenuto la guarigione attraverso la propria fede, ma fa sì che tale guarigione raggiunga la sua pienezza tornando indietro ad esprimere la propria gratitudine per il dono ricevuto, riconoscendo in Gesù il vero Sacerdote che, dopo averlo rialzato e salvato, può metterlo in cammino e accoglierlo tra i suoi discepoli”.
Ed è qui che Papa Francesco lancia la sua domanda.:“Siamo capaci di dire grazie? Quante volte ci diciamo grazie in famiglia, in comunità, nella Chiesa? Quante volte diciamo grazie a chi ci aiuta, a chi ci è vicino, a chi ci accompagna nella vita? Spesso diamo tutto per scontato! E questo avviene anche con Dio. È facile andare dal Signore a chiedere qualcosa, ma tornare a ringraziarlo…”
È il motivo per cui l’assenza dei nove lebbrosi colpisce Gesù, che la sottolinea. Papa Francesco propone ancora un vola il modello di Maria, la quale “dopo aver ricevuto l’annuncio dell’Angelo, lasciò sgorgare dal suo cuore un cantico di lode e di ringraziamento a Dio: «L’anima mia magnifica il Signore…»”.