Quello della Frugoni è un Francesco mediatore, dialogante, pacificatore un po’ troppo a scapito del Francesco mistico, spirituale, che vive grandi mortificazioni per mantenere fede e morale.
Interessante il confronto tra le vicende nel mondo islamico di Francesco e il viaggio appena concluso del Papa nel Caucaso islamico. Come Francesco d’ Assisi chiede agli islamici di sentirsi tutti fratelli, fa anche Bergoglio, così come lo ha raccontato nella udienza generale, di ritorno dall’ Azerbaigian.
Si percepisce nel ragionamento della Frugoni un certa distanza dalla vera vita della Chiesa cattolica, dalla quotidianità della fede e dei fedeli, ma la attenzione con cui rilegge testi e documenti e la sua passione iconografica sono una occasione per riprendere il mano i testi classici. La vita di Francesco di Tommaso da Celano magari, o più semplicemente i Fioretti e riscoprire il vero Francesco.
“Francesco- ha detto l’ Ambasciatore Mancini- è latore di un’umanità semplice, colma di gratitudine verso le meraviglie operate dal Signore, che scopre la grandezza della propria vocazione nella più totale povertà e semplicità. Il suo è un messaggio che più che mai conserva la propria vitalità nell’ “era della complessità”. E con un riferimento all’attualità ha ricordato che “oggi più che mai attuale la presa di coscienza, a livello di istituzioni politiche e di organismi internazionali, dell’urgenza della tematica ambientale che ha visto l’Europa e l’Italia in prima linea nella negoziazione dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Una presa di coscienza che deve coinvolgere tutti noi, ispirando i gesti quotidiani alla semplicità”. Mancini ha ricordato anche che proprio a Palazzo Borromeo sede dell’ Ambasciata c’è un fregio, che decora la fontana dell’Acquedotto dell’Acqua Vergine con un verso di Francesco:" Sor Aqua, la quale è molto utile e umile e preziosa e casta.”
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