Tbilisi , giovedì, 6. ottobre, 2016 16:00 (ACI Stampa).
Le parole del Papa sulla famiglia sono anche un appello a guardare alla famiglia dei cristiani, e alla sola cosa che unisce: la parola di Dio. Ne è convinto il vescovo Jerzy Mazur, di Elcki, in Polonia. È stato missionario in Siberia, poi espulso dalle autorità russe, e ora è presidente della Commissione Missionaria della Conferenza Episcopale Polacca e responsabile di tutti i missionari della Polonia inviati in tutto il mondo.
Per questo motivo, il vescovo Mazuer era Tbilisi: perché la Georgia è soprattutto un terreno di missione polacco. Polacchi sono, ad esempio, i padri Camilliani che gestiscono l’ospedale Redemptoris Mater. Subito dopo l’incontro di Papa Francesco con i sacerdoti nella Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria a Tbilisi, ha parlato con ACI Stampa dell’impatto che potevano avere le parole del Papa sul mondo missionari.
Cosa resta del messaggio del Papa?
Prima di tutto, che il dialogo in famiglia è la prima cosa. Se c’è dialogo tra marito e moglie, figli e genitori, se c’è una atmosfera di amore, tutti i problemi possono essere risolti. Non c’è divorzio. La famiglia deve essere Chiesa domestica, e deve imparare, dice il Papa, a conoscere le tre parole “perdono, grazie e per favore”. E questo si riflette anche nella chiesa.
In che modo?