Città del Vaticano , mercoledì, 5. ottobre, 2016 10:40 (ACI Stampa).
E’ il viaggio il Georgia e in Arzebaijan il tema centrale della meditazione di Papa Francesco di questo mercoledi 5 Ottobre: “Questo viaggio è stato il proseguimento e il completamento di quello effettuato in Armenia, nel mese di giugno. In tal modo ho potuto, grazie a Dio, realizzare il progetto di visitare tutti e tre questi Paesi caucasici, per confermare la Chiesa Cattolica che vive in essi e per incoraggiare il cammino di quelle popolazioni verso la pace e la fraternità".
Il Papa, nell’Udienza ai fedeli in Piazza San Pietro, racconta la storia di questi popoli antichissimi e la loro rinascita e l’indipendenza dopo il regime sovietico: “La Chiesa Cattolica è chiamata ad essere presente, ad essere vicina, specialmente nel segno della carità e della promozione umana; ed essa cerca di farlo in comunione con le altre Chiese e Comunità cristiane e in dialogo con le altre comunità religiose, nella certezza che Dio è Padre di tutti e noi siamo fratelli e sorelle”.
L’ecumenismo. Tema ribadito più volte nei discorsi del Papa nel suo viaggio e che ripete qui, nella catechesi:” E’ stato un segno molto importante il fatto che quando sono arrivato a Tbilisi ho trovato a ricevermi all’Aeroporto, insieme con il Presidente della Repubblica, anche il venerato Patriarca Ilia II. L’incontro con lui quel pomeriggio è stato commovente, come pure lo è stata all’indomani la visita alla Cattedrale Patriarcale, dove si venera la reliquia della tunica di Cristo, simbolo dell’unità della Chiesa”.
Poi il ricordo della Messa con i cattolici della Georgia: “E’ stata celebrata nella memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino, patrona delle missioni: lei ci ricorda che la vera missione non è mai proselitismo, ma attrazione a Cristo a partire dalla forte unione con Lui nella preghiera, nell’adorazione e nella carità concreta, che è servizio a Gesù presente nel più piccolo dei fratelli. E’ quello che fanno i religiosi e le religiose che ho incontrato a Tbilisi, come poi anche a Baku: lo fanno con la preghiera e con le opere caritative e promozionali”.
Francesco conclude con l’ultima tappa del suo viaggio nel Caucaso, l’Arzebaijan: “La maggioranza della popolazione è musulmana e i cattolici sono poche centinaia, ma grazie a Dio hanno buoni rapporti con tutti, in particolare mantengono vincoli fraterni con i cristiani ortodossi. Per questo a Baku, capitale dell’Azerbaigian, abbiamo vissuto due momenti che la fede sa tenere nel giusto rapporto: l’Eucaristia e l’incontro interreligioso. L’Eucaristia con la piccola comunità cattolica, dove lo Spirito armonizza le diverse lingue e dona la forza della testimonianza; e questa comunione in Cristo non impedisce, anzi, spinge a cercare l’incontro e il dialogo con tutti coloro che credono in Dio, per costruire insieme un mondo più giusto e fraterno”.