Tbilisi , martedì, 4. ottobre, 2016 9:00 (ACI Stampa).
L’assenza della delegazione della Chiesa georgiana alla Messa del Papa? Decisa all’ultimo momento, ma con profondo rispetto per il Pontefice. Le relazioni con la Chiesa cattolica? Sono buone, facciamo molte cose insieme, e in molti campi. Perché allora non è possibile nemmeno una preghiera comune? Sono i canoni che ce lo impediscono.
Padre Ghiorghi Zviadadze, rettore dell’Accademia Teologica e del Seminario di Tbilisi, ma soprattutto uomo del Patriarcato nell’organizzazione del viaggio, fa con ACI Stampa un bilancio del viaggio di Papa Francesco nella sua terra, lì, dove i cristiani sono meno dell’1 per cento e i rapporti con la Chiesa ortodossa sono difficilissimi. Ma padre Zviadadze non la vede così. La cooperazione con i cattolici, dice, è totale. Il problema, continua, è solo la comunione eucaristica, ormai spezzata, e quei canoni provenienti dai primi sette Concili ecumenici che non si possono cambiare, e che non permettono nessuna preghiera comune. Solo una certa ospitalità.
“Organizzare la visita del Papa – racconta – è complicato, può capire le responsabilità che ho vissuto. Ci sono state alcune tensioni, perché si voleva fare tutto ad alto livello. Lo stesso Patriarca Ilia II mi ha detto che questa visita era molto importante per la nostra nazione, e per la nostra Chiesa, e per questo andava fatta una accoglienza di alto livello. Devo esprimere grande apprezzamento per la parte vaticana e per come ha gestito la visita con noi, pensando anche ai minimi dettagli”.
Perché il Patriarcato ci teneva così tanto alla visita? Perché “il Papa di Roma è capo della Chiesa cattolica e anche Capo di Stato, e comprendiamo bene il significato di questa visita per la nostra nazione e l’importanza che può avere per il Patriarcato di Georgia,” risponde padre Zviadadze. Sebbene – aggiunge – “non ci sia unità eucaristica e per questo non c’è piena comunione, abbiamo relazioni molto buone dal punto di vista scientifico culturale e politico”.
Non solo. Padre Zviadadze vuole ricordare anche il dialogo teologico con il mondo ortodosso, che – dice – “è composto di tante autocefalie, ma è indiviso". E lo fa mettendo in luce il lavoro della Commissione Teologica Mista Cattolico Ortodossa che si è riunita a Chieti, e sulle cui conclusioni la stessa Chiesa di Georgia ha avuto da ridire, chiedendo che alcuni paragrafi fossero meglio specificati.