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Lombardi: "Cultura dell'incontro è via per la pace"

Padre Federico Lombardi, SI |  |  Daniel Ibáñez CNA Padre Federico Lombardi, SI | | Daniel Ibáñez CNA

Lavorare insieme ai bambini di tutto il mondo per costruire un mondo di pace, tolleranza e accoglienza. E' l'obiettivo, e allo stesso tempo il sogno, che si pone la Fabbrica della Pace della FAO. Un evento che vede coinvolto in prima linea Papa Francesco. A ribadirlo è stato Padre Federico Lombardi, Direttore della Sala Stampa della Santa Sede.

Il Pontefice – ha spiegato Padre Lombardi “ha esplicitamente lanciato sempre, fin dall’inizio del suo Pontificato, messaggi fortissimi nella direzione della cultura dell’incontro. Le sue parole forti e frequentissime sull’accoglienza, sul rispetto, il dialogo, si riferiscono alle questioni di attualità più drammatiche – conflitti in corso nel mondo, problemi dell’immigrazione e dei rifugiati, disagio ed esclusione sociale – e sono talmente note da non aver bisogno di ripeterle qui ancora una volta”.

Nello stesso tempo è nota la battaglia del Papa “contro la cultura dello scarto”. Le sue non sono “dichiarazioni di principio generali o astratte, ma di invito a incontrare e far incontrare persone concrete, con tutta la loro intensità e densità di esperienza, con la loro vita vissuta, ricca o povera che sia, ma in realtà sempre preziosa, perché possano avviare uno scambio profondo e di qui un cammino comune verso una società migliore”.

Padre Lombardi ha sottolineato l'impegno che il Papa ha da sempre dimostrato sulle “questioni educative. Non cambieremo il mondo se non cambiamo l’educazione. E’ un’attenzione che non comincia con il pontificato ma risale a tempi precedenti della sua vita e del suo ministero, e si era espressa in modo concreto con la sua vicinanza e solidarietà con iniziative educative originali e popolari che nascevano nella sua Diocesi. Ne abbiamo avuto l’eco qui a Roma nel sostegno che anche da Papa ha voluto continuare a dare alle Scholas occurrentes, che promuovono un collegamento in rete di scuole di diversi paesi, e di diversi generi, per mettere in contatto fra loro ragazzi di tutto il mondo, in modo da superare frontiere, barriere, divisioni e farli crescere nella cultura dell’incontro, che concretamente è la via alla pace”.

Il Papa – ha ricordato ancora il Direttore della Sala Stampa Vaticana - “parla sempre di abbattere muri e costruire ponti, di avere radici per accogliere la sapienza dei più anziani. Raccomanda che l’educazione cerchi sempre una vera armonia fra il linguaggio della testa, quello del cuore e quello delle mani; fra il pensare, il sentire e il fare”. Questa sua impostazione è “in profonda sintonia con ciò che si propone la Fabbrica della pace con le sue metodologie specifiche di animazione nelle scuole. Partendo da quella realtà fondamentale che è la scuola primaria. La crisi di civiltà che stiamo vivendo, il rischio della terza guerra mondiale a pezzi che si sta realizzando trovano una risposta lungimirante solo aiutando a crescere fin dai primi anni della vita persone capaci di pensieri, sentimenti e azioni di pace”.

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Un altro punto di incontro tra la posizione del Papa e la Fabbrica della Pace – ha riscontrato inoltre Padre Lombardi – è l'apertura dello stesso Francesco “a tutta la realtà educativa, aldilà di qualificazioni confessionali delle diverse istituzioni o realtà educative, egli coltiva nel campo educativo un atteggiamento intenzionalmente desideroso di dialogo e incontro senza frontiere anche dal punto di vista religioso”.

Papa Bergoglio è sempre più preoccupato che possa rompersi quel “patto educativo che deve unire la famiglia, la scuola, il Paese”. Francesco “insiste sulla responsabilità comune solidale di tutti coloro che sono responsabili per la educazione dei bambini, insiste che la responsabilità non deve essere delegata ai singoli insegnanti e i bambini non devono essere lasciati soli a crescere in una realtà sociale divisa e disgregata. L’educazione è una impresa comune. Dobbiamo essere intorno ai nostri bambini come un unico e solidale villaggio, una vera comunità”. “Un grande progetto educativo comune che fa appello alle responsabilità delle istituzioni, delle associazioni, delle competenze educative” deve – ha concluso Padre Lombardi - “mettere il bambino al primo posto nella sua dignità e nei suoi diritti, per renderlo capace di diventare protagonista di un mondo di pace sia un progetto degno del massimo incoraggiamento e sostegno”.