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Papa Francesco: “La salvezza di Dio è per tutti”. E rinnova l'appello per la pace in Siria

Papa Francesco, Udienza |  | Daniel Ibanez/ ACI Group
Papa Francesco, Udienza | Daniel Ibanez/ ACI Group
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Papa Francesco, Udienza | Daniel Ibanez/ ACI Group
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Papa Francesco, Udienza | Daniel Ibanez/ ACI Group

“Il Perdono sulla croce”, è questo il tema principale del’Udienza Generale di Papa Francesco di mercoledi 28 settembre. Le ultime parole che Gesù pronuncia sulla croce sono di amore e di perdono. “Gesù perdona”, dice forte Francesco. E alla fine dell'Udienza non manca di rinnovare il suo appello di pace per la "martoriata" Siria.

Il Papa inizia la sua catechesi commentando il Vangelo di Luca che racconta dei due malfattori crocefissi con Gesù e i loro atteggiamenti opposti: “Il primo lo insulta: “Se tu sei il Cristo, salva te stesso e noi”. Questo grido testimonia l’angoscia dell’uomo di fronte al mistero della morte e la tragica consapevolezza che solo Dio può essere la risposta liberatrice: perciò è impensabile che il Messia, l’inviato di Dio, possa stare sulla croce senza far nulla per salvarsi. E invece Gesù ci ha salvati rimanendo sulla croce. Tutti noi sappiamo che non è facile rimanere sulla croce. Lì si compie la sua donazione d’amore e scaturisce per sempre la nostra salvezza. Morendo in croce, innocente tra due criminali, Egli attesta che la salvezza di Dio può raggiungere qualunque uomo in qualunque condizione, anche la più negativa e dolorosa. Per questo il Giubileo è tempo di grazia e di misericordia per tutti”.

“La Chiesa non è soltanto per i buoni, la Chiesa è per tutti, anche per i cattivi, perché la Chiesa è Misericordia”, aggiunge a braccio Francesco.

Di qui il Papa elenca numerosi esempi di sofferenza: “A chi è inchiodato su un letto di ospedale, a chi vive chiuso in una prigione, a quanti sono intrappolati dalle guerre, dico: guardate il Crocifisso; Dio è con voi, rimane con voi sulla croce e a tutti si offre come Salvatore”.

Poi Francesco parla dell’altro crocifisso con Gesù, il “buon ladrone”: “Le sue parole sono un meraviglioso modello di pentimento, una catechesi concentrata per imparare a chiedere perdono a Gesù. Il buon ladrone richiama l’atteggiamento fondamentale che apre alla fiducia in Dio: la consapevolezza della sua onnipotenza e della sua infinita bontà. E’ questo rispetto fiducioso che aiuta a fare spazio a Dio e ad affidarsi alla sua misericordia, anche nel buio più fitto”.

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“E’ riuscito a rubarsi il cielo, è un buon ladrone questo”, esclama il Papa.

“La fede stessa di quest’uomo è frutto della grazia di Cristo – aggiunge ancora Papa Francesco - i suoi occhi contemplano nel Crocifisso l’amore di Dio per lui, povero peccatore”.

“Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Francesco conclude: “Quell’uomo chiede a Gesù di ricordarsi di lui. Quanta tenerezza in questa espressione, quanta umanità! E’ il bisogno dell’essere umano di non essere abbandonato, che Dio gli sia sempre vicino”. “Oggi sarai con me nel paradiso”. “Nell’ora della croce, la salvezza di Cristo raggiunge il suo culmine; e la sua promessa al buon ladrone rivela il compimento della sua missione: salvare i peccatori”.

Durante i saluti un pensiero di Francesco è andato al popolo messicano e al difficile momento che sta vivendo la Chiesa in Messico e ha invitato i messicani presenti in Piazza a intonare il canto della Guadalupana,dedicato alla "dolce Madre dei Guadalupani".

Alla fine dell’Udienza generale il Papa poi ha rivolto un appello per la drammatica situazione di Aleppo in Siria: " Continuano a giungermi notizie drammatiche sulla sorte delle popolazioni di Aleppo, alle quali mi sento unito nella sofferenza attraverso la preghiera. Nell'esprimere profondo dolore e viva preoccupazione per quanto accade in questa martoriata città dove muoiono tutti, rinnovo a tutti l'appello ad impegnarsi con tutte le forze come obbligo imperativo e urgente. Appello alla coscienza dei responsabili dei bombardamenti che dovranno dare conto davanti a Dio".

Tra i pellegrini giunti per questa Udienza generale con Papa Francesco anche un centinaio di terremotati dalla Diocesi di Ascoli Piceno. Si tratta di un viaggio organizzato da tempo dalla curia ascolana per il Giubileo e che assume significato ancora più intenso dopo il terribile terremoto del 24 Agosto. "Anche voi avete sofferto", dice loro il Papa. Ad accompagnare la delegazione il vescovo di Ascoli Piceno Mons. Giovanni D'Ercole e anche il sindaco di Arquata del Tronto Aleandro Petrucci.  "Chiederò al Papa di far visita ai nostri territori - ha detto Petrucci nelle varie interviste - la gente ci terrebbe davvero e io mi farò portavoce di questa richiesta. Speriamo che il Papa possa accoglierla".

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