Roma , lunedì, 26. settembre, 2016 17:30 (ACI Stampa).
Il Cardinale Angelo Bagnasco ha aperto i lavori del Consiglio Permanente della CEI con un pensiero alle vittime del sisma che il 24 agosto ha sconvolto l’Italia Centrale. Pensando a quelle immagini il porporato ha espresso gratitudine agli “operatori della Protezione Civile, volontari, membri di associazioni che, con semplicità, danno al Paese una testimonianza, vorremmo dire una lezione, di incomparabile valore. È l’esempio innanzitutto della fierezza di appartenere ad una terra, ad un popolo, ad una storia. Ci danno l’esempio di un modo di vivere alternativo alla cultura diffusa, che tende a svalutare le appartenenze come se fossero sinonimo di chiusura, di condizionamento, di ripiegamento sul passato. Sui volti delle popolazioni colpite brilla anche la fierezza umile e discreta della fede”. Il Cardinale ha espresso condanna per la vignetta di Charlie Hebdo sulle vittime del terremoto.
Bagnasco ha poi voluto ricordare la Giornata Mondiale della Gioventù di Cracovia. “Insieme al Santo Padre, ai sacerdoti e ai centomila giovani italiani che hanno partecipato alla Giornata, vogliamo dire a tutta la gioventù del Paese che lo sguardo di Gesù va oltre i difetti e vede la persona. Per questo il Papa ha raccomandato che nella giornata di ogni giovane ci sia al primo posto il filo d’oro della preghiera, ha invitato alla confessione frequente, e ha ribadito che il segreto della felicità è fare della propria vita un dono. Abbiamo visto che il cuore dei ragazzi, pur in mezzo a incertezze, cerca il pane solido della fede; è attraversato da una nostalgia interiore che aspetta un nome. C’è un risveglio spirituale nelle loro anime: non possiamo deluderli. Con i nostri preti, vogliamo essere alla loro altezza!”.
Il Cardinale ha poi ricordato la canonizzazione di Madre Teresa ed il Congresso Eucaristico di Genova che è stato “un evento da vivere: l’incontro con il Risorto realmente presente nel Sacramento dell’amore”.
Lo sguardo del Presidente del Vescovi Italiani si è poi posato sull’Europa e sulla emergenza migranti. “L’Italia è in prima linea e, nonostante difficoltà oggettive, continua a fare tutto il possibile su questo fronte che la vede ancora troppo sola. Più che di tanta povera gente disperata che bussa alle porte del continente, l’Europa dovrebbe temere il cambiamento del modo di pensare che si vuole imporre dall’esterno. Il Papa molte volte ha messo in guardia dalle colonizzazioni in atto, che chiama pensiero unico: esso vuole costringere a pensare nello stesso modo, con gli stessi criteri di giudizio al di sopra del bene e del male. Propagandare in modo ossessivo certi stili di vita, inculcare il principio del piacere a qualunque costo, esaltare la dea fortuna e il gioco anziché il gusto del dovere, del lavoro, della onestà; insinuare il fastidio dei legami, se questi non appagano sempre e comunque, far sognare una perenne giovinezza, spingere alla ricerca di evasioni continue dalla vita reale, non sostenere la fedeltà agli impegni di coppia, di famiglia, di lavoro… tutto questo connota una mutazione culturale che aliena la persona da se stessa e dalla realtà, la appiattisce sul tutto e subito, la imprigiona in un individualismo esasperato, propagato come libertà. In questo clima l’io resta separato, privo di contatti, solo con se stesso”.
Bagnasco punta il dito contro il laicismo nel cui nome “non si riconoscono le identità religiose con i loro riti e costumi, allora vuol dire che quel modo di pensare antireligioso è entrato nei gangli delle coscienze legislative oppure nei loro interessi. Anche il nostro popolo, al di là di sondaggi e previsioni, riconosce, pur in mezzo a credi diversi, quali sono i tratturi veraci del Paese. E non gradisce – in nome di una laicità malintesa e succube al giudizio di qualcuno - che si oscurino gesti e segni, tradizioni e luoghi. Emarginare dalla sfera pubblica il cristianesimo non è intelligente; è non comprendere che la società non può che averne del bene”.