Roma , lunedì, 26. settembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
‘Siamo tutti fratelli’ è il motto della visita che Papa Francesco farà in Azerbaigian nell’ambito del viaggio che, dal 30 settembre al 2 ottobre, lo porterà anche in Georgia a completamento di un itinerario nella regione caucasica che ha già visto il pontefice pellegrino in Armenia lo scorso giugno. Il motto, spiegano gli organizzatori, trae ispirazione da una citazione evangelica di san Matteo e dall’insegnamento della Chiesa cattolica, continuamente ribadito da papa Francesco, che tutti gli esseri umani sono parte di un’unica famiglia e sono chiamati a vivere in fraternità e amicizia.
Invece ‘Pax vobis’ è il motto della visita in Georgia, che, come ha dichiarato mons. Giuseppe Pasotto, vescovo di Tblisi e amministratore apostolico per il Caucaso dei cattolici di rito latino, come obiettivo l’aspirazione alla pace. Infatti queste tre regioni del Caucaso, Armenia, Georgia e Azerbaigian, sono terre continuamente minacciate nella pace, specialmente desta preoccupazione la situazione di conflitto tra Armenia e Azerbaigian per la regione del Nagorno Karabakh. Ma ci sono anche le questioni rimaste aperte per i territori di Abcazia e Ossezia del Sud dove, dopo gli scontri etno-territoriali negli anni ’90, non si è ancora giunti ad un vero negoziato di pace.
Per l’occasione abbiamo incontrato il direttore di ‘Civiltà Cattolica’ chiedendogli di spiegarci come si esprime la misericordia di Papa Francesco in politica: “Il contenuto della misericordia significa sostanzialmente che nessuna relazione può essere considerata fallita. Questo vale tanto all’interno dei rapporti interpersonali, quanto tra Stati. Avere presente la misericordia nelle relazioni tra Stati significa comprendere che c’è sempre l’opportunità di abbattere i muri e costruire ponti”.
Il prossimo viaggio in Georgia ha come slogan ‘Pax Vobis’: cosa vuole affermare il Papa?
“La dimensione della pace costituirà il cuore di questa visita in una zona come il Caucaso meridionale, che è stato luogo di grandi conflitti feroci. La visita del Papa ha un significato terapeutico, che tende a riconciliare una terra che ha vissuto tensioni molto forti”.