Città del Vaticano , mercoledì, 21. settembre, 2016 11:10 (ACI Stampa).
Perdonare e amare. Sono i due pilastri della misericordia del Signore, “il motto di questo anno Santo straordinario”, come spiega Papa Francesco nell’Udienza Generale di mercoledì 21 Settembre.
“Essere misericordiosi come il Padre” – afferma Francesco - non si tratta di uno slogan ad affetto, ma un impegno di vita. San Luca esplicita che la perfezione è l’amore misericordioso: essere perfetti significa essere misericordiosi. Una persona che non è misericordiosa è perfetta? No! Una persona che non è misericordiosa è buona? No! La bontà e la perfezione si radicano sulla misericordia”.
Da qui la domanda di Papa Francesco ai presenti: “Le parole di Gesù sono realistiche? È davvero possibile amare come ama Dio ed essere misericordiosi come Lui?”. E la sua risposta: La morte di Gesù in croce è il culmine della storia d’amore di Dio con l’uomo. Un amore talmente grande che solo Dio lo può realizzare. È evidente che, rapportato a questo amore che non ha misura, il nostro amore sarà sempre in difetto. Ma quando Gesù ci chiede di essere misericordiosi come il Padre, non pensa alla quantità! Egli chiede ai suoi discepoli di diventare segno, canali, testimoni della sua misericordia”.
Cosa significa per i discepoli essere misericordiosi? Francesco lo spiega nella sua catechesi con due verbi: “perdonare e donare”.
Riguardo al primo verbo ammonisce: “Bisogna sospendere il giudizio delle condanne! È il perdono infatti il pilastro che regge la vita della comunità cristiana, perché in esso si mostra la gratuità dell’amore con cui Dio ci ha amati per primo. Il cristiano deve perdonare, perché è stato perdonato! Tutti noi, qui oggi in piazza siamo stati perdonati, nessuno di noi nella sua vita non ha avuto bisogno del perdono di Dio”.