Caltagirone , giovedì, 22. settembre, 2016 16:00 (ACI Stampa).
Si svolge nella cornice dell'Anno Santo straordinario e nel bicentenario della erezione della Diocesi di Caltagirone il XXXVIII Dialogo dei Seminari di Sicilia dedicato al tema “Oasi di misericordia in Sicilia; accompagnare, discernere, integrare le fragilità giovanili”. Dal 22 al 24 ottobre prossimi nella cittadina siciliana i seminaristi parteciperanno a dieci tavoli di lavoro affrontando temi "sociali" quali lo sfruttamento della prostituzione, le droghe, le dipendenze, l'immigrazione, l'accoglienza, le ragazze madri ed i carcerati. A spiegare il senso e la struttura di questa XXXVIII edizione è il segretario del Dialogo, il seminarista Rosario Vitale.
Il Dialogo dei Seminari di Sicilia si svolge questo anno a Caltagirone, il paese di don Sturzo, dal 22 al 24 ottobre. Il primo giorno alla presenza di tutti i seminaristi e i rettori di Sicilia coordinati dal Vescovo delegato mons. Pietro Maria Fragnelli avremo i saluti, la preghiera del Vespro e nel dopo cena un intrattenimento culturale tipico della nostra regione ovvero i “pupi siciliani”. Il secondo giorno iniziano i lavori veri e propri con dei tavoli di lavoro doe ogni relatore ci parlerà della realtà che gestisce nella propria Diocesi a servizio degli ultimi, ovvero dello “Oasi di Misericordia”. Nel pomeriggio visiteremo la città di Caltagirone, dove ammireremo soprattutto le famose ceramiche e la scalinata di Maria SS. Del Monte, famosa per i gradini in ceramica, nel tardo pomeriggio verrà celebrata la messa nella cattedrale e vi sarà anche il passaggio dalla Porta Santa. L’ultimo giorno lo concluderemo nella città di Luigi Capuana, Mineo (CT).
Quali sono le tue aspettative, e quelle dei tuoi confratelli?
Non c’è dubbio che è sempre bello incontrarsi, e farlo con cadenza annuale è diventato ormai una tradizione. Sicuramente le aspettative sono tante, soprattutto in questa edizione abbiamo voluto attenzionare quali problematiche affliggono la nostra Terra, quindi penso di accomunare tutti dicendo che l’aspettativa più grande che abbiamo è quella di entrare dentro le sofferenze di tanti nostri fratelli e sorelle per cercare anche noi di dare in un futuro la consolazione che Gesù diede a Marta e Maria senza risparmiare le lacrime che anche Gesù espresse di fronte alla tragedia che accomunava la famiglia dell’amico Lazzaro.
Con quale spirito affrontate queste iniziative e, soprattutto, in che modo intendete ripartire?