New York City, New York , martedì, 20. settembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Un impegno internazionale per affrontare le radici ultime delle migrazioni. Perché è vero che si devono costruire ponti e non muri, ma è altrettanto vero che la straordinaria ondata migratoria che si sperimenta oggi nel mondo deve essere affrontata a partire dalle cause che sono alla radice. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, inaugura la sua settimana alle Nazioni Unite delineando la posizione della Santa Sede sul tema migrazioni.
È la prima volta che una sessione delle Nazioni Unite è dedicata al tema delle migrazioni, segno della straordinarietà della situazione: oltre 65 milioni sono le persone in movimento nel mondo, per migrazioni di tipo economico o forzato. Così, all’apertura della 71esima sessione dell’Assemblea Generale, le Nazioni Unite chiedono a tutti, Stati e Organizzazioni Non Governative, un impegno congiunto sul tema.
L’intervento del Cardinale Parolin si basa su due filoni: da una parte la necessità di un aiuto umanitario, dall’altra l’esigenza di andare a risolvere il problema migratorio là dove inizia, ovvero là dove le condizioni economiche o i conflitti spingono le persone andare via.
“Non dobbiamo perdere di vista la gente reale, che hanno nomi e volti, al di là delle statistiche. I rifugiati necessitano la nostra protezione, ma anche i migranti hanno bisogno che i loro diritti siano rispettati, così come hanno bisogno di solidarietà e compassione”, dice il Segretario di Stato vaticano.
La presenza della Santa Sede presso le Nazioni Unite – sottolinea – è “un segno che riconosciamo che i muri e le barriere tra le persone e i popoli (siano essi fisici o legislativi) non sono mai una soluzione accettabile per la risoluzione dei problemi sociali”, perché le barriere che “dividono persone e popoli” sono causa di tensione e “impediscono lo sviluppo”.