Città del Vaticano , domenica, 18. settembre, 2016 12:15 (ACI Stampa).
L’astuzia cristiana è “allontanarsi dallo spirito e dai valori del mondo, che tanto piacciono al demonio, per vivere secondo il Vangelo”.
Papa Francesco ha commentato così la parabola che oggi la liturgia propone dell’amministratore infedele e corrotto, che viene lodato da Gesù nonostante la sua disonestà nel Vangelo di Luca . “Bisogna precisare subito che questo amministratore non viene presentato come modello da seguire, ma come esempio di scaltrezza” e all’ “astuzia mondana noi siamo chiamati a rispondere con l’astuzia cristiana, che è dono dello Spirito Santo”.
E la “mondanità si manifesta con atteggiamenti di corruzione, di inganno, di sopraffazione, e costituisce la strada più sbagliata, la strada del peccato, anche se è quella più comoda da percorrere. Invece lo spirito del Vangelo richiede uno stile di vita serio e impegnativo, improntato all’onestà, alla correttezza, al rispetto degli altri e della loro dignità, al senso del dovere”.
E il Papa ricorda che “non si può oscillare tra l’una e l’altra, perché si muovono su logiche diverse e contrastanti. È importante decidere quale direzione prendere e poi, una volta scelta quella giusta, camminare con slancio e determinazione, affidandosi alla grazia del Signore e al sostegno del suo Spirito”.
E la corruzione è come una droga, dice il Papa, qualcuno “pensa di poterla usare e smettere quando vuole. Invece anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza. Quando invece cerchiamo di seguire la logica evangelica dell’integrità, della limpidezza nelle intenzioni e nei comportamenti, della fraternità, noi diventiamo artigiani di giustizia e apriamo orizzonti di speranza per l’umanità. Nella gratuità e nella donazione di noi stessi ai fratelli, serviamo il padrone giusto: Dio”.