Erbil , lunedì, 4. maggio, 2015 15:10 (ACI Stampa).
È arrivato ieri ad Erbil, capitale della Regione del Kurdistan in Iraq, dove la presenza degli sfollati ha sempre bisogno di visibilità e assistenza. Ma il Cardinal Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali, ha prima fatto un passaggio a Baghdad, dove ha incontrato il 3 maggio il presidente Fuad Masum, e dove il 2 maggio è stato in visita alla Casa Bayt Anya, istituzione caritativa della Chiesa siro cattolica. Un viaggio per non dimenticare la situazione dei cristiani perseguitati.
Prima di partire, il Cardinale era stato ospite del meeting intercristiano organizzato da Sant’Egidio a Bari il 29 e 30 aprile, e aveva avuto parole di fuoco contro i “Pilato” che si lavano le mani riguardo la situazione dei cristiani perseguitati. Il viaggio, in parte istituzionale, in parte pastorale, ha proprio lo scopo di non far spegnere i riflettori su una emergenza che non sembra finirà a breve.
Il Cardinal Sandri, insieme all’incaricato di Affari della Nunziatura Apostolica, mons. George Panamthundil, ha portato al presidente Masum il saluto del Papa e la preghiera per la pace e la riconciliazione del Paese. Il Cardinale si è detto grato per l’opera di soccorso e protezione ai sofferenti e agli sfollati, e a tutte le minoranze. In questi giorni, il Cardinal Sandri ha incontrato il patriarca della Chiesa Caldea Sako, e poi le opere gestite da Caritas Iraq, e sulla base di questi incontri ha ribadito tutta la possibile collaborazione offerta dalla Chiesa cattolica in Iraq per la costruzione del Paese.
Dal suo canto, Masum ha detto che i cristiani sono da millenni nel Paese e ne sono a pieno titolo cittadini, e ha usato parole di condanna per chi sta usando violenza e devastazione, con l’intenzione di rendere l’Iraq un centro di destabilizzazione per l’intera area.
Dopo l’incontro con il presidente, il Cardinal Sandri è stato al Museo Nazionale, per testimoniare l’importanza che la Chiesa attribuisce alle culture dei popoli. E poi ha incontrato il Primo Ministro Abadi, con il quale ha parlato della sfida posta al Paese dall’avanzata dell’Isis, con le violenze, la vendita di donne e bambini, la persecuzione delle minoranze prima e ora anche di sciiti e sunniti: nei fatti, si tratta di una ideologia estremista che intende annientare tutto ciò che non coincide con la propria visione.