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Il Papa ai nuovi vescovi: "Fatevi percorrere dal brivido della chiamata"

Papa Francesco, Udienza |  | Daniel Ibanez/ACI Group Papa Francesco, Udienza | | Daniel Ibanez/ACI Group

“Vedo davanti a me coloro che sono stati “pescati” dal cuore di Dio per guidare il suo Popolo Santo”.  Così Papa Francesco descrive i partecipanti all’annuale corso di formazione promosso congiuntamente dalla Congregazione per i Vescovi e dalla Congregazione per le Chiese Orientali. Il Papa li ha incontrati nella Sala Clementina nella mattinata  e ha rivolto loro un lungo discorso, con tanto di tre raccomandazioni finali.

Ai nuovi vescovi, il Papa ricorda: “Egli vi ha “pescato” con l’amo della sua sorprendente misericordia. Le sue reti sono andate misteriosamente stringendosi e non avete potuto fare a meno di lasciarvi catturare”. E parla loro di un “brivido”, il “brivido di essere stati amati in anticipo”. Proprio come gli apostoli.

Il secondo punto su cui insiste il Papa è “la conoscenza amorevole di Dio” verso ognuno dei suoi apostoli. “È consolante - dice - sapere che Egli davvero sa chi siamo e non si spaventa della nostra pochezza. È rasserenante conservare nel cuore la memoria della sua voce che ha chiamato proprio noi, nonostante le nostre insufficienze”. E il Papa ritorna proprio a parlare di “quel brivido”: “Lasciate che tale brivido vi percorra, non rimuovetelo né silenziatelo”.

Quindi Papa Francesco invita i Vescovi tutti a varcare la Porta Santa: “La più preziosa ricchezza che potete portare da Roma all’inizio del vostro ministero episcopale è la consapevolezza della misericordia con la quale siete stati guardati e scelti. Il solo tesoro che vi prego di non lasciare arrugginire in voi è la certezza che non siete abbandonati alle vostre sole forze”.

Altro tema caro al Papa: “la pastorale della Misericordia”. Esorta il Papa: “Non abbiate paura di proporre la Misericordia come riassunto di quanto Dio offre al mondo, perché a nulla di più grande il cuore dell’uomo può aspirare”.  

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“Come ha insegnato il mio venerato e saggio Predecessore - aggiunge il Papa riferendosi a Benedetto XVI -  è la misericordia che pone un limite al male. In essa si esprime la natura tutta peculiare di Dio – la sua santità, il potere della verità e dell’amore”.

Infine, Papa Francesco conclude con tre raccomandazioni ai Vescovi: rendere la misericordia: “accessibile, tangibile, incontrabile”.

“Siate Vescovi capaci di incantare e attirare - afferma il Papa - fate del vostro ministero un’icona della Misericordia, la sola forza capace di sedurre ed attrarre in modo permanente il cuore dell’uomo. Non si tratta tuttavia di attrarre a sé stessi. Il mondo è stanco di incantatori bugiardi. La gente “fiuta” e si allontana quando riconosce i narcisisti, i manipolatori, i difensori delle cause proprie, i banditori di vane crociate. Piuttosto, cercate di assecondare Dio, che già si introduce prima ancora del vostro arrivo”.

“Siate Vescovi capaci di iniziare coloro che vi sono stati affidati”, continua Francesco, il quale spiega che l’unico “volto della misericordia” è quello di Cristo. “In Lui – dice Francesco – la misericordia rimane una offerta permanente e inesauribile; in Lui essa proclama che nessuno è perduto. Per Lui ognuno è unico! Siate Vescovi capaci di iniziare le vostre Chiese a questo abisso di amore”.

Infine “siate Vescovi capaci di accompagnare. Rendere pastorale la misericordia è questo: coniugarla in verbi, renderla palpabile e operativa”. E come esempio concreto nel suo discorso, il Papa riporta la “parabola del buon samaritano”: “Lui accompagna all’albergo l’uomo per caso incontrato, si fa carico della sua sorte. Si interessa della sua guarigione e del suo domani. Non gli basta quello che aveva già fatto. La misericordia, che aveva spezzato il suo cuore, ha bisogno di versarsi e di sgorgare. Non si può tamponarla. Non si riesce a farla smettere. Pur essendo solo un samaritano, la misericordia che lo ha colpito partecipa della pienezza di Dio, pertanto nessuna diga la può sbarrare”.

E il Papa chiede di riservare uno speciale accompagnamento alle famiglie, "gioendo con il loro amore generoso e incoraggiando l’immenso bene che elargiscono in questo mondo. Seguite soprattutto quelle più ferite. Non “passate oltre” davanti alle loro fragilità”.

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