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Siria, la cattedrale di Homs la ricostruisce ACS

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"Grazie di cuore. La ricostruzione di questa cattedrale è fondamentale affinché i cristiani restino ad Homs e le famiglie che negli ultimi anni hanno abbandonato la città vi facciano ritorno": così monsignor Jean Abdou Arbach, arcivescovo melchita di Homs, Hama e Yabrud, ringrazia Aiuto alla Chiesa che Soffre attualmente impegnata nel sostenere la ricostruzione della cattedrale melchita di Homs.

Un tempo casa di 270 famiglie greco-melchite, Homs ha vissuto sotto l’assedio dei ribelli dal maggio 2011 al maggio 2014. La maggiore sicurezza della città ha fatto sì che negli ultimi mesi molte famiglie cristiane potessero farvi ritorno. "Oggi sono già 70 le famiglie melchite rientrate ad Homs – racconta monsignor Arbach – ma la cattedrale è l’unica chiesa di cui disponiamo, senza la quale non possiamo celebrare la messa. La nostra speranza è che sempre più fedeli possano tornare nelle loro case, ma non lo faranno se non avranno una chiesa in cui pregare".

Dedicata a Nostra Signora della Pace, durante l’assedio la cattedrale greco-melchita è stata trasformata in una caserma. Le icone sono state gravemente danneggiate e alcune volutamente sfigurate, le colonne e l’ambone parzialmente distrutti e molti arredi e oggetti liturgici bruciati. Le tombe dei sacerdoti che si trovavano nella cripta sono state profanate. «La cattedrale restaurata – afferma il presule - sarà il segno tangibile dell’esistenza della comunità cristiana».

Accanto alla cattedrale sarà ricostruito anche l’arcivescovado, così che anche il vescovo possa di nuovo risiedere stabilmente ad Homs. "La mia presenza donerà un maggior senso di sicurezza ai fedeli e permetterà un più libero svolgimento delle attività pastorali. Sono certo che dopo di me altre famiglie vorranno tornare".

Il progetto si inserisce nell’ambito di numerosi interventi di Aiuto alla Chiesa che Soffre – per un totale di quasi 15 milioni di euro donati dal marzo 2011 all’agosto 2016 – volti a permettere alla comunità cristiana di rimanere in Siria. Interventi di carattere umanitario, ma anche pastorale, così come richiesto espressamente dalla stessa comunità cristiana locale. "Quello ai danni dei cristiani siriani è indubbiamente un genocidio – commenta monsignor Arbach – che dobbiamo combattere aiutando i fedeli a restare in Siria. Altrimenti la nostra comunità seguirà il tragico destino dei nostri fratelli nella fede di Terra Santa, dove i cristiani sono ormai meno del 2 percento".

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Ecco perché ACS-Italia si rivolge nuovamente ai propri benefattori chiedendo di sostenere la ricostruzione della cattedrale. "Ogni domenica noi italiani possiamo scegliere tra migliaia di chiese in cui andare a messa – afferma il direttore di ACS-Italia, Alessandro Monteduro – loro hanno solo la cattedrale. Facciamola ritornare ad essere chiesa".