Città del Vaticano , lunedì, 12. settembre, 2016 13:00 (ACI Stampa).
Quasi 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Le disuguaglianze economiche e sociali rappresentano oggi una sfida di livello globale. L'ineguale distribuzione del benessere e delle ricchezze rischia di minacciare gli equilibri nei singoli Paesi e anche la solidarietà. Di questo si è parlato nella presentazione, nella Sala Stampa della Santa Sede, del Convegno “Verso un’economia più umana e giusta. Un nuovo paradigma economico inclusivo in un contesto di disuguaglianze crescenti”, che si terrà a Palazzo Borromeo, il prossimo 21 settembre 2016.
Il Convegno è organizzato dall'Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede in collaborazione
con il Pontificio Consiglio della Cultura, nel contesto degli eventi del “Cortile dei Gentili”.
L'evento del 21 settembre vedrà la partecipazione, in qualità di relatori, del Premio Nobel per l’Economia 2015, Angus Deaton, docente presso l'Università di Princeton, dell'economista francese, Jean-Paul Fitoussi, docente presso l'Università Luiss, e dell'economista belga, Dominique Y van der Mensbrugghe, docente presso l'Università di Purdue.
Sebbene infatti la globalizzazione e la libera circolazione delle merci e dei capitali abbiano conosciuto negli ultimi anni una rapida espansione, spesso accompagnatasi a miglioramenti nelle condizioni di vita, il problema è ancora enorme e va affrontato, soprattutto per provare a definire nuovi modelli economici più umani ed inclusivi.
I dati sulla povertà sono infatti ancora estremi: secondo l'UNPD (United Nations Development Programme) 800 milioni di persone vivono con meno di due dollari al giorno, circa l'80 per cento della popolazione globale ha diritto a solo il 6 per cento delle cure sanitarie disponibili e più del 50 per cento della ricchezza globale è posseduta dall'1 per cento della popolazione. Sia i Paesi ad alto reddito sia quelli a basso reddito risultano ugualmente vulnerabili ai problemi che le disuguaglianze possono causare.