Città del Vaticano , domenica, 11. settembre, 2016 12:15 (ACI Stampa).
L’apprensione per il Gabon, il ricordo di un nuovo beato morto in Kazhakistan martire per la fede, il capitolo della misericordia del Vangelo di Luca: sono i tre temi dell’Angelus di Papa Francesco.
Il quale come al solito parte dalla liturgia del giorno, il capitolo 15 del Vangelo di Luca, il cosiddetto “capitolo della misericordia”. I tre racconti, spiega il Papa, sono la risposta di Gesù agli scribi che mormorano perché parla con i peccatori. A loro, “Gesù vuole far capire che Dio Padre è il primo ad avere verso i peccatori un atteggiamento accogliente e misericordioso”.
Le tre parabole sono quella del buon pastore, della donna che trova la moneta e gioisce nel momento di trovarla, del padre che accoglie il figlio che si era allontanato. Spiega il Papa: “Un elemento comune di queste parabole è quello espresso dai verbi che significano gioire insieme, fare festa.” Il pastore gioisce per aver trovato la pecora smarrita, la donna fa festa per la moneta che ha perduto, il padre gioisce per il ritorno del figliol prodigo.
Se nelle prime due parabole l’accento è “su una gioia così incontenibile da doverla dividere con amici e vicini”, la terza parabola si concentra “sulla festa che parte dal cuore del padre misericordioso e si espande a tutta la sua casa. Questa festa di Dio per coloro che ritornano a Lui pentiti è quanto mai intonata all’Anno giubilare che stiamo vivendo, come dice lo stesso termine ‘giubileo’”!
Sono tre parabole – spiega Papa Francesco – che presentano “un Dio dalle braccia aperte, che tratta i peccatori con tenerezza e compassione”. Delle tre, quella più commovente è quella del figliol prodigo, e non perché si viene colpiti “dalla storia di un triste giovane che precipita nel degrado”, quanto dalle parole con cui decide di tornare a casa.