Roma , domenica, 3. maggio, 2015 18:36 (ACI Stampa).
Il Papa ha visitato la parrocchia di Santa Maria Regina Pacis ad Ostia Lido, sul litorale romano. Francesco, prima di celebrare la Messa, ha incontrato ammalati, anziani - ai quali scherzando di essere "un po' ammalato e anziano, ma non tanto!" - i ragazzi, i giovani e gli sposi che hanno battezzato i bambini nel corso dell’anno. "Questa - ha scherzato ancora - è una giornata da tentazione, si poteva andare alla spiaggia con questo sole, ma nella vita bisogna scegliere". Poi ha confessato quattro persone. Al suo arrivo ad Ostia piccolo fuori programma: Francesco ha fatto visita ad un gruppo di suore di Charles de Foucauld che vivono all’interno di un lunapark, nei pressi della parrocchia, e che condividono la vita dei giostrai e dei nomadi che lo gestiscono. Si tratta di Genevieve e Anna Amelia, due collaboratrici della Fondazione Migrantes sempre accanto alle famiglie viaggianti e alle carovane dei giostrai e dei lunaparkisti. Le due religiose sono presenti ad Ostia da circa sette anni: dal 1966 vivevano al grande luna park dell’Eur, chiuso nel 2008.
Ad Ostia, nel luna park, gestiscono anche uno stand artigianale dal titolo “l’Arca di Noè”.
Sr. Genevieve conosce molto bene Papa Bergoglio: sua zia è una delle suore francesi desaparecide. Molti anni fa gli aveva scritto una lettera e recentemente lo ha incontrato insieme ad altri familiari di persone scomparse e in cerca della verità. Ad Ostia Francesco ha pregato con le due suore nella cappellina ricavata nel vecchio caravan bianco dove vivono per poi recarsi, poche centinaia di metri, nella parrocchia Regina Pacis dove lo attendevano migliaia di fedeli.
Nel corso dell'omelia - interamente a braccio - il Pontefice ha spiegato il senso della parabola evangelica della vite e dei tralci. "Una parola che Gesù ripete spesso - ha esordito il Papa - è rimanete in me. E proprio la vita cristiana è rimanere in Gesù. E Lui per spiegarci bene cosa vuol dire usa la bella figura della vite. Ogni tralcio che non è unito alla vita muore, non da frutto. I tralci uniti alla vite ricevono il succo di vita e cosi crescono e danno frutti. Immagine semplice, rimanere in Gesu è essere unito a Lui per rivecere la vita, l'amore, lo Spirito Santo".
"Tutti - ha ricordato Francesco - siamo peccatori ma se rimaniamo in Gesù il Signore viene, ci pota un po' perchè noi possiamo dare più frutto: Lui ha sempre cura di noi ma se ci stacchiamo da Lui siamo cristiani in parola, ma non di vita, siamo cristiani morti perchè non diamo frutto".
Pertanto "rimanere in Gesù vuol dire aver la voglia di ricevere la sua vita, il suo perdono. Significa cercare Gesù, pregare, significa accostarci ai sacramenti, significa fare quello che ha fatto Gesù, avere lo stesso atteggiamento: ma quando noi chiacchieriamo, non restiamo in Lui, quando siamo bugiardi non restiamo in Lui, quando truffiamo con affari sporchi che sono alla mano di tutti siamo tralci morti. Rimanere in Gesù è fare il bene, pregare, aiutare poveri e ammalati, avere la gioia dello Spirito Santo".