L'Aquila , sabato, 17. settembre, 2016 15:00 (ACI Stampa).
Petrocchi è stato per oltre 13 anni parroco di Trisungo, che dista 2,5 km da Arquata del Tronto e 5,6 km da Pescara del Tronto, e si è recato nei paesi terremotati dell’aquilano entrati a fare parte del cratere sismico, tenendosi costantemente in contatto con i parroci dei comuni terremotati della provincia con una visita alle comunità parrocchiali ricadenti nel Comune di Montereale.
Ha incontrato la popolazione ancora impaurita per le continue scosse assicurando la sua profonda partecipazione e la vicinanza di padre e pastore, concludendo con una preghiera per le vittime della vicina Amatrice e delle altre zone del reatino e dell’ascolano insieme ai parroci della zona.
In quei giorni a L’Aquila si celebrava la Perdonanza celestiniana e in quella occasione Petrocchi ha pregato insieme a tutti i fedeli per le vittime e i superstiti del sisma dello scorso 23 agosto, che ha colpito l’Italia centrale: “Come aquilani, abbracciamo con immenso affetto e concreta partecipazione le popolazioni-sorelle del territorio reatino e ascolano, sconvolte dalla tragedia del sisma. Le immagini dolorose che i media lasciano scorrere davanti a noi, rievocano sentimenti laceranti nella nostra gente: pure l’ ‘anima aquilana’ sanguina con le stesse ‘pulsazioni esistenziali’ di questi sventurati vicini, mescolando la propria tristezza con la loro”.
Durante l’omelia della messa di chiusura della Perdonanza, celebrata nella basilica di Santa Maria di Collemaggio (aperta straordinariamente per l’occasione perché ancora seganta dal sisma del 2009), mons. Petrocchi ha sottolineato: “Perdonanza fa rima stretta con accoglienza, specie delle persone più bisognose di aiuto, e con fratellanza, che, essendo universale, non ammette recinti escludenti. L’amore cristiano non lascia nessuno fuori della porta del proprio cuore… Oggi, in nome della Perdonanza, da aquilani, ci dichiariamo pronti a stare a fianco di queste genti amiche, per condividere la loro croce ma anche per camminare insieme sulla via della risurrezione: spirituale e sociale.
Lo ‘scacco matto’ che il cristiano può dare al male, in tutte le sue forme, non sta solo nel neutralizzarlo, ma consiste nel ribaltarlo nel suo opposto, trasformandolo in occasione di bene. Così l’avvilimento disfattista viene trasformato in vita gioiosa e più bella; le divisioni sono bruciate nel fuoco vivo della comunione; le fragilità e le sconfitte, immerse nella Pasqua di Gesù, diventano sorgenti di pienezza e di luce... L’immediata ed efficiente solidarietà che è subito scattata, saldando in creativa unità istituzioni e popolazione, comunità ecclesiali e organismi civili, dimostra che, anche lì come da noi, il terremoto ha già perso la sua guerra”. Ed in apertura, accedendo il fuoco della Perdonanza, l’arcivescovo de L’Aquila aveva ricordato la valenza del perdono non solo religioso, ma anche civile: “La Perdonanza è una ‘intuizione pastorale’ di straordinaria portata, sia nell’ambito religioso come nella dimensione sociale.