Roma , venerdì, 9. settembre, 2016 17:00 (ACI Stampa).
“Uno dei carismi di Madre Teresa da sottolineare è il distacco totale da se stessa e da tutte le sue opere, per amore di Cristo Crocifisso, senza nessun ritorno.
Madre Teresa di Calcutta non ha avuto nessuna gioia spirituale, di nessun tipo, però è stata una donna capace di essere libera di fronte a tutto e a tutti. E non aveva scrupoli: prendeva gli assegni, faceva una preghiera sopra di essi e li incassava, destinandoli immediatamente a qualche opera”.
Il ricordo di uno che l’ha conosciuta bene e da vicino, il monaco benedettino camaldolese Guido Innocenzo Gargano, diventa memoria grata della neo Santa di Calcutta portata agli onori degli altari domenica 4 settembre da Papa Francesco. Alla piccola suora albanese sono dedicate alcune pagine significative nel libro-intervista “Alla luce della Misericordia”, Cittadella Editrice, in cui il monaco camaldolese, professore straordinario di Teologia Dogmatica all’Urbaniana e “professor invitatus” di Storia dell’Esegesi ed Ermeneutica Patristica al Pontificio Istituto Biblico, notissimo per i suoi studi sui Padri della Chiesa e per la sua attività di “lectio divina”, si racconta a Salvatore Tomai, autore e regista televisivo del programma di RaiUno “A Sua Immagine”, in una lunga conversazione sul Giubileo e sui segni dei tempi.
Un testo nato, scrive l’intervistatore nella premessa, come richiesta di un contributo sui temi della Misericordia e sull’Anno Santo indetto dal Papa, ma che è poi divenuto un’intervista a tutto campo sull’uomo, la libertà, il perdono e la grazia. E che prosegue come una riflessione allargata sulla giustizia e sui diritti umani, sui ”segni dei tempi” da leggere in un’epoca di cambiamento così repentino e su alcune figure che l’intervistato ha incontrato di persona, come Madre Teresa e Giorgio La Pira. E così, dopo il capitolo iniziale sul Giubileo straordinario della Misericordia (“un’intuizione straordinaria di Papa Francesco, che permette a tutti coloro che si sentono trafitti nel cuore dal loro passato o dal loro presente di essere ascoltati nella loro sofferenza e nel pianto per potersene liberare”), sui suoi simboli e sui suoi rituali, si passa ad esaminare la confessione e il perdono, il senso del peccato, l’incapacità di perdonare e di auto-perdonarsi, attingendo da casi di cronaca come dalle parabole evangeliche o dai testi dei grandi Padri della Chiesa.
Con uno sguardo proiettato sulle ferite dell’uomo contemporaneo, padre Gargano, sollecitato da Tomai, si sofferma sulle ultime vicende che hanno agitato il dibattito di questi ultimi tempi: il tema della laicità e dell’integrazione in Francia e in Europa all’indomani degli ultimi episodi di violenza che hanno insanguinato le nostre strade; le migrazioni e il dialogo fra mondi e culture diverse, quei “popoli nuovi” su cui rifletteva il Papa San Gregorio Magno nei termini in cui l’antico Israele era uscito dai propri confini in attuazione del disegno di Dio, e da cui possono nascere nuove occasioni di confronto; la famiglia contemporanea, sottoposta a pressioni e sollecitazioni inedite come la stepchild adoption, su cui il religioso esprime con franchezza le proprie valutazioni; la Chiesa e la sua presenza nel mondo, con il ripercorso del suo servizio alla comunità ecclesiale come monaco camaldolese.