Città del Vaticano , domenica, 3. maggio, 2015 23:06 (ACI Stampa).
"Ho visto case cadere come castelli di carta. La gente correva in tutte le direzioni per salvarsi. Era davvero una scena impressionante". Così monsignor Paul Smith, vicario apostolico del Nepal racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre la scossa di terremoto che ha colpito il paese asiatico sabato 25 aprile.
"Io stesso non mi sarei salvato se non fossi uscito immediatamente dal mio ufficio", spiega il presule che vive nella capitale Kathmandu. "Le forti e frequenti scosse hanno messo in allarme la popolazione che ha abbandonato le proprie case e piantato dei teloni nelle strade e nei campi aperti".
In queste ore il bilancio delle vittime continua a salire. Pur non ritenendo il dato definitivo monsignor Simick riferisce questa mattina ad ACS di almeno 5mila morti e 7mila feriti. In tutto il paese circa 8milioni di persone hanno subito conseguenze del sisma.
Anche il vescovo emerito del vicariato apostolico, monsignor Anthony Sharma, teme un bilancio ancor più tragico. "Il terremoto potrebbe aver causato 10mila morti". Per il presule si dovrà comunque attendere almeno il prossimo fine settimana per avere delle stime esatte.
"Il sisma ha interessato trentanove dei settantacinque distretti del Nepal e due città del distretto di Gorkha sono state completamente distrutte. È impossibile sapere il numero esatto delle vittime al momento".