Città del Vaticano , domenica, 4. settembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
Nel Giubileo straordinario della Misericordia, la Chiesa concede la grazia di elevare agli onori degli altari la Beata Teresa di Calcutta l’umile messaggera del tenero e misericordioso amore di Dio. Lei ha ascoltato la voce del Signore Gesù, incarnato nel corpo degli ultimi e dei sofferenti, e si è lasciata sedurre dallo Spirito del Cristo Crocifisso emesso dalla croce che le sussurrava: “HO SETE”. Nel suo travagliato e lungo cammino non ha mai smesso di credere che il tenero amore di Gesù misericordioso si sarebbe fatto presente ai più sofferenti attraverso il suo sguardo sereno e sorridente.
Lei non ha mai smesso di credere che Gesù ha detto: “Quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me” (Mt 25,40). Il reliquiario che contiene la reliquia di Madre Teresa è a forma di croce, perché è dal patibolo della Croce che il Cristo ha fatto udire la sua voce a Madre Teresa con le tremende parole: “HO SETE”. Ogni lebbroso, ogni ammalato, ogni persona abbandonata era come se ripetesse le sublimi parole pronunciate da Cristo perché essendo un solo corpo: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui “ (1 Cor 12, 26). Le opere di misericordia della Beata Teresa attingono all’unico Amore di Cristo, per cui il retro della croce è stato realizzato in un unico pezzo di cedro del Libano. La scelta del legno è caduta sul cedro del Libano per le sue notevoli dimensioni, è stato fatto anche emblema di nobiltà, di magnificenza, di maestà e di bellezza.
È proprio per questo che Ezechiele lo utilizza come simbolo del Messia e contemporaneamente la missione di coloro che diventano suoi discepoli. “Dice il Signore Dio: lo prenderò dalla cima del cedro, dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello e lo pianterò sopra un monte alto, massiccio; lo pianterò sopra un monte alto d'Israele. Metterà rami e farà frutti e diventerà un cedro magnifico. Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno, ogni volatile all'ombra dei suoi rami riposerà. Sapranno tutti gli alberi della foresta che io sono il Signore, che umilio l'albero alto e innalzo l'albero basso; faccio seccare l'albero verde e germogliare l'albero secco. Io, il Signore, ho parlato e lo farò” (Ez 17,22-24). La parte anteriore realizzata con svariati pezzi di legno provenienti da persone e luoghi dove la sofferenza continua ad esprimere il gemito di Cristo sulla croce: “HO SETE”.
È lo stesso Cristo che la Madre ha accolto nella sua prima casa di Calcutta, che soffre nelle roulotte dei campi nomadi, sui barconi dei profughi che arrivano sulle coste di Lampedusa, nei lebbrosi, nei giovani schiavi delle nuove dipendenze, nei disabili, nei piccoli indifesi, nei sordomuti, nelle prostitute, nei carcerati e negli anziani soli e abbandonati. La parte anteriore della croce è formata anche da un pezzo di legno dell’inginocchiatoio di un confessionale, emblema del perdono sacramentale, poiché il peccatore è colui che non ha sperimentato l’amore di Dio e Madre Teresa diceva che sono i più poveri dei poveri. Per poter dar regalità al Suo Sposo che ha così tanto amato e servito incessantemente nelle vesti dei più poveri fra i poveri ho pensato di incorniciare la Croce con una lastrina in oro proprio per dare più visibilità e catturare l’attenzione sui suoi due amori più grandi: GESÙ e i POVERI.
Un suo pensiero esplicativo di questa unione indissolubile declara: “Il privilegio che abbiamo di adorarlo ogni giorno è uno dei Suoi doni più grandi. Se avete un cuore puro sarete in grado di vedere sempre quel legame meraviglioso tra il Pane di Vita e il corpo spezzato di Cristo nei poveri”. Le membra dell’unico corpo di Cristo continuano a chiedere l’acqua dell’amore, per cui la teca che contiene la reliquia della Beata Teresa ha la forma di una goccia d’acqua che basta a dissetare la tremenda sete del senza senso della sofferenza vissuta nella solitudine. L’amore che Madre Teresa ha donato a migliaia di sofferenti, con la sua straordinaria piccolezza e semplicità e continua a donare attraverso le Missionarie della Carità è attinta dalla preghiera prolungata e contemplativa ai piedi di Colui che ha detto: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva". (Gv 4, 5- 15)