Città del Vaticano , giovedì, 25. agosto, 2016 10:38 (ACI Stampa).
Lo fa spesso Papa Francesco nei suoi viaggi, i confratelli gesuiti li incontra a parte in privato. Un po’ un modo di esercitare il ruolo del Preposito. E del resto i gesuiti hanno quel quarto voto che li lega in modo specialissimo al Papa e se il Papa è uno di loro il legame diventa un unicum nella storia della Chiesa cattolica.
E coì ha fatto anche in Polonia a Cracovia.
La Civiltà Cattolica ha pubblicato il testo intero del colloquio che parte ovviamente da una considerazione sul rapporto del Papa con i giovani. “A un giovane bisogna sempre rispondere con la verità” dice il Papa e aggiunge che “il lavoro con loro ha bisogno anche di pazienza, tanta pazienza”. Francesco racconta il suo colloquio con i ragazzi che hanno pranzato con lui a Cracovia. Le domande sono quelle di sempre: preghiera, confessione, parlare di fede. “ Si vede- racconta il Papa- che a volte i giovani hanno bisogno di «ricette». Allora si deve essere pronti a correggere questo atteggiamento di richiesta di ricette e di risposte pronte. Io ho risposto: «Guarda che l’ultima cosa che devi fare è dire qualcosa. Comincia a fare qualcosa. Poi sarà lui o lei che ti chiederà spiegazioni su come vivi e perché»”.
Poi il Papa passa a parlare delle università dei Gesuiti che “deve puntare a una formazione globale e non solamente intellettuale, una formazione di tutto l’uomo” e “questo significa rischiare sulla verità e non sulle «verità chiuse» che nessuno discute. La verità dell’incontro con le persone è aperta e richiede di lasciarsi interpellare davvero dalla realtà”.
Non comunismo, non liberismo, ma al centro c’è l’uomo.