Cracovia , martedì, 6. settembre, 2016 10:00 (ACI Stampa).
C’è ancora l’eco del milione riunite a Blonia, e poi dei due milioni a Campus Misericordiae. Un mese dopo la Giornata Mondiale della Gioventù, Cracovia è tornata alla normalità. La normalità di una città inserita in un contesto cristiano, nonostante il comunismo, nonostante la campagna secolare. Lo racconta ad ACI Stampa Krzyzstof Szczerski, ministro degli Esteri del gabinetto del presidente polacco Duda.
L’azione di Giovanni Paolo II ha proiettato la Polonia sotto i riflettori internazionali. Come Giovanni Paolo II ha influenzato la società polacca?
La Polonia non sarebbe la stessa nazione senza Giovanni Paolo II. Saremmo piuttosto come molte altre nazioni post-sovietiche. In Polonia, i valori cristiani sono promossi nella vita pubblica. Siamo molto conservatori e tradizionali, e questo è dovuto alla presenza del Papa. A questo si è aggiunto lo sforzo di modernizzare la nazione, creare un avanzamento nell’economia. Ma, grazie a San Giovanni Paolo II, abbiamo mantenuto la nostra tradizione nella modernità.
Come descriverebbe lo scenario politico e sociale in Polonia?
La Polonia si è costruita con il suo Battesimo, e dunque la nazione polacca è iniziata con il cristianesimo. Qui i valori cristiani sono vissuti nella vita di ogni, lo stile di vita è tipicamente cattolico. Si vede dal modo in cui le famiglie crescono, dal modo in cui battezzano i figli. E questo ricade anche nella società politica. Per i polacchi, l’unico codice possibile di condotta è seguire gli insegnamenti morali della chiesa.