Genova , mercoledì, 10. agosto, 2016 14:40 (ACI Stampa).
Anche oggi i cristiani sono martiri. Lo sono nelle forme sanguinose che vengono sperimentate. Ma lo sono anche in altre forme, “raffinate, ma non meno crudeli, legalizzate ma non meno ingiuste”. È la denuncia del Cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. Che, nella festa di San Lorenzo, cui è dedicato il Duomo di Genova, punta il dito contro l’Europa che “considera il cristianesimo divisivo”, e in un mondo che “in nome di valori come l’uguaglianza, la tolleranza e i diritti” pretende “di emarginare il cristianesimo” e di creare “un ordine mondiale senza Dio”.
Il presidente della Conferenza Episcopale Italiana muove il suo ragionamento proprio dalla vita del martire Lorenzo. Lorenzo fu ucciso dall’imperatore Valeriano nel III secolo, eppure – osserva il Cardinale – “se osserviamo il mondo, di Valeriani ne troviamo moltitudini”.
“La persecuzione – argomenta – oggi ha assunto molte forme: mentre continuano quelle classiche, che conosciamo da una storia che si credeva lontana, oggi si aggiungono forme raffinate, ma non meno crudeli, legalizzate, ma non meno ingiuste”. Formule di cui l’Occidente “è esperto, malato come è delle proprie fallimentari ideologie”. E l’Europa, “il continente dei diritti”, sempre più “discrimina il cristianesimo, dimenticando che la razza umana è una razza religiosa”.
Per il Cardinale Bagnasco è evidente che la religione fa paura. Faceva paura all’imperatore Valeriano, fa paura alla classe politica. Ma “i vari imperatori del mondo possono spogliare la Chiesa da ogni risorsa, screditarla in ogni modo, ridurla a impotenza nel fare le opere del Vangelo, ma nessuno potrà toglierle il Vangelo, la gioia del suo Signore”.
Sottolinea il Cardinale: come Valeriano “illuso della sua potenza” fu sconfitto da “un uomo inerme”, “nessun potente della terra potrà possedere per sempre il cuore dell’uomo attraverso la propaganda delle menzogne, con promesse truccate, democrazie apparenti”. Certo, la coscienza “può rimanere stordita per molto tempo”, ma prima o poi “succede qualcosa che la risveglia e la rigenera”.