Città del Vaticano , domenica, 7. agosto, 2016 12:15 (ACI Stampa).
“E’ inaccettabile che tante persone inermi – anche tanti bambini – debbano pagare il prezzo del conflitto”. Al termine dell’Angelus domenicale, Papa Francesco fa l’ennesimo appello per la Siria. Lo fa in una settimana drammatica: nella sola battaglia di Aleppo, nell’ultima settimana, ci sono stati almeno 500 morti, secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani.
Papa Francesco segue da vicino la situazione, sin dall’inizio del Pontificato. Non a caso, la sua prima iniziativa diplomatica riguardò proprio la giornata di digiuno e preghiera per la pace in Siria, nel settembre 2013. Da allora, la situazione siriana è stata spesso oggetto di attenzione degli appelli di Papa Francesco, così come tutta la situazione in Medio Oriente.
“Purtroppo – dice il Papa – dalla Siria continuano ad arrivare notizie di vittime civili della guerra, in particolare da Aleppo. È inaccettabile che tante persone inermi – anche tanti bambini – debbano pagare il prezzo del conflitto e la mancanza di volontà di pace dei potenti”.
È il culmine del primo Angelus del mese di agosto, in una Roma assolata e svuotata per le vacanze. Nel Vangelo, Gesù parla di come prepararsi all’incontro con il Padre, e – dice Papa Francesco –“spiega come l’attesa di questo incontro deve spingere ad una vita ricca di opere buone”.
Il Papa ricorda che Gesù dice di “vendere ciò che possedete e datelo in elemosina”, e sottolinea che questo “è un invito a dare valore all’elemosina come opera di misericordia, a non riporre la fiducia nei beni effimeri, a usare le cose senza attaccamento ed egoismo, ma secondo la logica di Dio, la logica dell’attenzione agli altri, la logica dell’amore”. Aggiunge il Papa a braccio: "Possiamo avere tante cose, possiamo essere tanto attaccati al denaro, averne tanto, ma poi alla fine non possiamo portarlo con noi. Ricordatevi che il sudario non ha tasche.