Częstochowa , giovedì, 28. luglio, 2016 11:20 (ACI Stampa).
La seconda giornata polacca di Papa Francesco si apre sotto il segno di Maria. Il Pontefice infatti si è recato al Monastero di Jasna Góra per venerare l'immagine della Madonna Nera. Poi la celebrazione della Messa presso il Santuario in occasione del 1050° anniversario del Battesimo della Polonia. Prima di arrivare a Częstochowa, il Papa si era fermato a Cracovia per visitare in ospedale l'anziano Cardinale Franzsisek Macharski, immediato successore del Cardinale Arcivescovo Karol Wojtyla. Il Papa ha anche fatto visita al convento delle suore della Presentazione.
Dal Santuario di Jasna Góra - dove ha donato alla Madonna Nera una rosa d'argento - Papa Francesco ricorda come la pienezza dei tempi è inaugurata con la venuta di Dio "nato da donna". "Nessun ingresso trionfale, nessuna manifestazione imponente dell’Onnipotente: Egli - spiega il Papa - non si mostracome un sole abbagliante, ma entra nel mondo nel modo più semplice, come un bimbo dalla mamma. Il Regno di Dio, ora come allora, non viene in modo da attirare l’attenzione, ma viene nella piccolezza, nell’umiltà".
Dio - aggiunge - si manifesta "sempre nella piccolezza". E il Pontefice propone l'esempio di Cana. L'episodio "avviene in un piccolo villaggio, un miracolo semplice, che rallegra lo sposalizio di una giovane famiglia, del tutto anonima. Eppure, l’acqua cambiata in vino alla festa di nozze è un grande segno, perché ci rivela il volto sponsale di Dio, di un Dio che si mette a tavola con noi, che sogna e compie la comunione con noi. Ci dice che il Signore non mantiene le distanze, ma è vicino e concreto, sta in mezzo a noi e si prende cura di noi, senza decidere al posto nostro e senza occuparsi di questioni di potere. Predilige infatti farsi contenere in ciò che è piccolo, al contrario dell’uomo, che tende a voler possedere qualcosa di sempre più grande. Essere attratti dalla potenza, dalla grandezza e dalla visibilità è tragicamente umano, ed è una grande tentazione che cerca di insinuarsi ovunque; donarsi agli altri, azzerando le distanze, dimorando nella piccolezza e abitando concretamente la quotidianità, questo è squisitamente divino".
La salvezza - spiega ancora il Papa - avviene grazie al Dio che si fa "piccolo, vicino e concreto". Egli "preferisce i piccoli, li predilige perché si oppongono alla superbia della vita, che viene dal mondo. I piccoli parlano la sua stessa lingua: l’amore umile che rende liberi. Perciò chiama persone semplici e disponibili a essere suoi portavoce, e a loro affida la rivelazione del suo nome e i segreti del suo Cuore. Pensiamo a tanti figli e figlie del vostro popolo: ai martiri, che hanno fatto risplendere la forza inerme del Vangelo; alle persone semplici eppure straordinarie che hanno saputo testimoniare l’amore del Signore in mezzo a grandi prove; agli annunciatori miti e forti della Misericordia, come san Giovanni Paolo II e santa Faustina. Tramite questi canali del suo amore, il Signore ha fatto giungere doni inestimabili a tutta la Chiesa e all’intera umanità".
Dio - prosegue Francesco - è "vicino: il Signore non desidera essere temuto come un sovrano potente e distante, ma ama calarsi nelle nostre vicende di ogni giorno, per camminare con noi. Pensando al dono di un millennio abbondante di fede, è bello anzitutto ringraziare Dio, che ha camminato con il vostro popolo, prendendolo per mano e accompagnandolo in tante situazioni. È quello che, anchecome Chiesa, siamo chiamati sempre a fare: ascoltare, coinvolgerci e farci prossimi, condividendo le gioie e le fatiche della gente, così che il Vangelo passi nel modo più coerente e che porta maggior frutto: per positiva irradiazione, attraverso la trasparenza della vita".