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La fabbrica della morte: Auschwitz-Birkenau

Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau |  | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau |  | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau |  | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau |  | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau |  | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau |  | Marco Mancini Acistampa
Il campo di sterminio di Auschwitz - Birkenau | Marco Mancini Acistampa

La fabbrica della morte ideata dalla follia nazista: il campo di sterminio nazista di Auschwitz si trova nei pressi della città di Oświęcim, nella Polonia meridionale, a circa 60 km da Cracovia.

Tra il 1940 al 1945 - quando il campo fu liberato dalle truppe sovietiche - trovarono la morte circa un milione e mezzo di persone: ebrei, polacchi, rom, omosessuali, prigionieri politici. 

Auschwitz non è solo un campo di sterminio, bensì un intero blocco di campi e strutture di prigionia che i nazisti idearono per sfruttare il lavoro degli internati. Gli inabili al lavoro venivano immediatamente eliminati nelle camere a gas. Arbeit macht frei - il lavoro rende liberi - è la scritta posata dai nazisti sul cancello di ingresso al campo. Una frase che rivela la follia di chi mise in scena l’inferno in terra,

A tre km da Auschwitz sorge un campo “gemello”: Birkenau. Altrettanto famoso per l’orrore che ha sprigionato nella Seconda Guerra Mondiale.

Il campo di Auschwitz è passato alla storia non solo per lo sterminio sistematico messo in atto dai nazisti ma anche per i numerosi e indicibili esperimenti medici a cui i prigionieri erano sottoposti come vere e proprie cavie umane.

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Tra i tantissimi martiri che vi hanno perso la vita spiccano i nomi della giovane ebrea olandese Anna Frank, del frate francescano Massimiliano Maria Kolbe e della monaca carmelitana Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein.

La storia brutale di Auschwitz è stata raccontata dai superstiti che nel corso della loro vita hanno tenuto accesa la fiamma del ricordo, per evitare che nel futuro dell’umanità potesse presentarsi una nuova pagina dell’orrore. Testimoni dello sterminio furono tra gli altri Elie Wiesel e Primo Levi ma anche gli ebrei romani Piero Terracina e Settimia Spizzichino. 

Ancora oggi si può visitare il complesso di Auschwitz-Birkenau e vedere con i propri occhi le camerate dove venivano rinchiusi i prigionieri, i patiboli e i forni crematori. 

Domani, seguendo le orme di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, anche Papa Francesco visiterà Auschwitz. E da qui leverà a Dio una preghiera silenziosa per le vittime e per l’intera umanità, affinché nella sua storia non conosca più una pagina di orrore, distruzione e morte come quella che vissero le tante vittime della fabbrica della morte.