Cracovia , mercoledì, 27. luglio, 2016 17:44 (ACI Stampa).
Il primo discorso di Papa Francesco in terra polacca arriva durante l'incontro con le Autorità, la Società Civile e i membri del Corpo Diplomatico della Polonia, dopo aver incontrato nel Castello del Wawel, a Cracovia, il Presidente della Repubblica polacca Duda.
"È la prima volta - ha esordito Francesco - che visito l’Europa centro-orientale e sono lieto di iniziare dalla Polonia, che ha avuto fra i suoi figli l’indimenticabile san Giovanni Paolo II, ideatore e promotore delle Giornate Mondiali della Gioventù. Egli amava parlare dell’Europa che respira con i suoi due polmoni: il sogno di un nuovo umanesimo europeo è animato dal respiro creativo e armonico di questi due polmoni e dalla comune civiltà che trova nel cristianesimo le sue radici più solide. La memoria contraddistingue il popolo polacco".
Il Papa ha ricordato il senso della storia del suo santo predecessore ribadendo come "la coscienza dell’identità, libera da complessi di superiorità" sia "indispensabile per organizzare una comunità nazionale sulla base del suo patrimonio umano, sociale, politico, economico e religioso, per ispirare la società e la cultura, mantenendole fedeli alla tradizione e al tempo stesso aperte al rinnovamento e al futuro".
Francesco ha sottolineato l'importanza delle celebrazioni per il 1050° anniversario del Battesimo della Polonia, "forte momento di unità nazionale, che ha confermato come la concordia, pur nella diversità delle opinioni, sia la strada sicura per raggiungere il bene comune dell’intero popolo polacco". In questo senso il Papa non ha mancato di rilevare che "non può esistere dialogo se ciascuno non parte dalla propria identità".
Sostanzialmente esistono due memorie: quella buona e quella cattiva. "La memoria buona è quella che la Bibbia ci mostra nel Magnificat. La memoria negativa è invece quella che tiene lo sguardo della mente e del cuore ossessivamente fissato sul male, anzitutto su quello commesso dagli altri". I polacchi -ha detto Francesco - hanno saputo "far prevalere la memoria buona: ad esempio, celebrando i 50 anni del perdono reciprocamente offerto e ricevuto tra gli episcopati polacco e tedesco, dopo la seconda guerra mondiale". Un evento che "ha innescato anche un processo sociale, politico, culturale e religioso irreversibile, cambiando la storia dei rapporti tra i due popoli".