Città del Vaticano , lunedì, 25. luglio, 2016 10:00 (ACI Stampa).
La famiglia? È decisiva per il futuro del mondo. Ne è convinto l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore Permanente della Santa Sede presso l’ufficio ONU di New York. Tanto che la missione ha organizzato, all’inizio del mese scorso, evento su maternità e paternità che è passato un po’ sottotraccia sui media. E che pure testimonia come l’impegno della Santa Sede per la famiglia è vivo e presente.
Non è solo il tempo delle grandi battaglie contro l’ideologia del gender, condannata anche da Papa Francesco. È anche il tempo di ristabilire che una famiglia è formata da un padre e una madre. Un approccio che è stato seguito, appunto, dalla missione ONU presso la Santa Sede.
Gli interventi sono stati variegati. Thomas Walsh, presidente delle Universal Peace Federation, ha sottolineato che “la famiglia è la scuola dell’amore” e che “l’amore dovrebbe essere uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile”. E Brian Caufield, direttore del sito “The Fathers for Good” ha lamentato l’assenza dei padri dalla scena pubblica della famiglia.
Da sempre, la Santa Sede persegue l’idea di un vero e proprio “diritto alla famiglia” che fu implementato con la Carta dei Diritti della Famiglia, documento di cui si è festeggiato il trentennale.
Ma cosa succede quando dall’ambito multilaterale si arriva alla politica nazionale? Nonostante le spinte per la legalizzazione del matrimonio omosessuale in molti Paesi, la volontà popolare mostra una posizione completamente diversa: in Slovenia e Slovacchia iniziative della cittadinanza hanno difeso la famiglia tradizionale, in Romania sono state raccolte tre milioni di firme in favore per convocare un referendum emendativo della Costituzione che definisca chiaramente che il matrimonio è tra uomo e donna.