Città del Vaticano , venerdì, 22. luglio, 2016 10:00 (ACI Stampa).
“La storia di Maria di Màgdala richiama a tutti una verità fondamentale: discepolo di Cristo è chi, nell’esperienza dell’umana debolezza, ha avuto l’umiltà di chiedergli aiuto, è stato da Lui guarito e si è messo a seguirLo da vicino, diventando testimone della potenza del suo amore misericordioso, più forte del peccato e della morte”.
Così Benedetto XVI il 23 luglio di 10 anni fa spiegava la esperienza spirituale di Maria Maddalena. Oggi per la prima volta per volontà di Papa Francesco la sua è una festa liturgica e non solo una celebrazione. Dettagli da liturgisti? Non esattamente. Il Papa gesuita ha voluto indicare alla pietà popolare una attenzione maggiore e universale per questa donna, questa grande testimone della conversione e del perdono.
Maria è colei che resta. Per questo Gesù si mostra a lei prima che agli Apostoli. É sempre Benedetto XVI che nel 2007 spiega:
“Che dire di Maria Maddalena? Piangente resta accanto alla tomba vuota con l’unico desiderio di sapere dove abbiano portato il suo Maestro. Lo ritrova e lo riconosce quando viene da Lui chiamata per nome . Anche noi, se cerchiamo il Signore con animo semplice e sincero, lo incontreremo, anzi sarà Lui stesso a venirci incontro; si farà riconoscere, ci chiamerà per nome, ci farà cioè entrare nell’intimità del suo amore”.
La Maddalena è la donna della Pasqua, in tutti i sensi, la donna che si umilia, che ama, che resta fedele, che testimonia. Perché si converte. Maria Maddalena dice Benedetto XVI ,“scopre il sepolcro aperto e vuoto, e subito teme che il corpo del Signore sia stato portato via. Il Signore allora la chiama per nome, e a quel punto avviene in lei un profondo cambiamento: lo sconforto e il disorientamento si convertono in gioia ed entusiasmo. Con sollecitudine ella si reca dagli Apostoli e annunzia: «Ho visto il Signore» .”