New York City, New York , mercoledì, 20. luglio, 2016 18:00 (ACI Stampa).
La denuncia è diretta: “Il traffico di esseri umani è un crimine contro l’umanità”. Ma l’arcivescovo Bernardito Auza, Osservatore Permanente delle Nazioni Unite presso l’ufficio di New York, non esita a usare termini forti, riprendendoli direttamente dai discorsi di Papa Francesco: “ferita aperta nella società contemporanea”, un “atroce flagello” che accade proprio nei posti che ci sono vicini.
L’osservatore ha parlato alle Nazioni Unite lo scorso 13 luglio, in un discorso tutto dedicato al traffico dei minori. Un tema che è diventato il cuore della diplomazia di Papa Francesco, che ha chiesto alla Pontificia Accademia delle Scienze di occuparsene. Nei prossimi mesi, a partire da settembre, sono previsti altri tre incontri in Vaticano sul tema, uno con i sindaci delle grandi città europee. È anche attraverso questi incontri, e i documenti che vengono prodotti, che si ha un impatto sulla realtà delle Nazioni Unite.
Non a caso, l’arcivescovo Auza nota che c’è stato un grande sforzo sul tema da parte di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, con discorsi potenti, e che poi questo sforzo è stato portato avanti da Papa Francesco in maniera effettiva, con azioni e discorsi.
Il lavoro della Santa Sede viene fatto anche sulle risoluzioni, sui temi dell’agenda di sviluppo sostenibile, e per questo l’agenda 2030 è stata definita un “importante segnale di speranza” in termini di diritti umani, dato che “in tre differenti obiettivi” pone l’attenzione sulla piaga del traffico di esseri umani e chiede impegno nel mondo.
In particolare, l’arcivescovo Auza si concentra sull’impegno ad eliminare la schiavitù moderna, perché “il traffico di qualunque essere umano è un crimine contro l’umanità. Ma c’è qualcosa di particolarmente abominevole nel sottomettere i bambini a queste barbarie”.