Roma , mercoledì, 20. luglio, 2016 14:00 (ACI Stampa).
La strada maestra è quella di “costruire ponti”. Ma questo “costruire ponti” non deve “essere solo uno slogan”, deve portare anche “ad una certa operatività”. Il Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, parla a margine della presentazione del bilancio scientifico e sanitario del Bambino Gesù, che si è tenuto in Vaticano. Il cardinale plaude agli sviluppi dell’ospedale pediatrico del Papa, ne sottolinea l’umanità, e poi con i giornalisti si lascia andare ad una riflessione ad ampio raggio, che va dai temi della Giornata Mondiale della Gioventù in Polonia allo scenario internazionale.
L’attesa è proprio per la Giornata Mondiale della Gioventù, una grande occasione di dialogo, per il Cardinale, dato che vi partecipano anche giovani che non vengono da un ambiente necessariamente cattolico. “Rimane vero – sottolinea il Segretario di Stato – che la Giornata Mondiale della Gioventù si gioca quando si torna a casa. È lì che comincia la Gmg. Dopo il momento della celebrazione, che è quello che ci sarà a Cracovia, e poi il momento della verifica, nel momento in cui i giovani che vi partecipano prendono un impegno serio”.
Lo scopo del Papa per la Gmg, secondo il Segretario di Stato, è quello di “mobilitare i giovani su questa prospettiva della misericordia, accendere nel cuore di ciascuno la scintilla della divina misericordia”.
È il momento di cambiare il modello di Giornata Mondiale della Gioventù? Il dibattito è in corso, ma per il Cardinale Parolin “in fin dei conti le cose essenziali restano le stesse, la finalità resta la stessa. La mappa è sempre il Vangelo, il cibo è sempre l’eucarestia”. Certo, “cambiano gli scenari, e c’è sempre un nuovo adattamento ad ogni scenario”.
Allargando lo sguarda alla situazione internazionale, il cardinale parla di uno “scenario mondiale che ci preoccupa molto, perché purtroppo aumentano gli odi, aumentano le divisioni, aumentano le contrapposizioni ed è sempre più difficile risolvere questi conflitti, è sempre più difficili trattarli con criteri di giustizia e di solidarietà”.