Con un salto nella storia il Papa ricorda che il matrimonio cristiano con la “grande dignità del legame tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, ossia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e umilianti.”
La uguaglianza dei coniugi è il Vangelo della famiglia e anche per questo i cristiani devono diventare esigenti anche nella società. Il Papa fa esempi concreti “sostenere con decisione il diritto all’uguale retribuzione per uguale lavoro; perché si dà per scontato che le donne devono guadagnare meno degli uomini? No! lo stesso diritto. La disparità è un puro scandalo! Nello stesso tempo, riconoscere come ricchezza sempre valida la maternità delle donne e la paternità degli uomini, a beneficio soprattutto dei bambini.”
Infine il Papa ha parlato anche della “virtù dell’ospitalità delle famiglie cristiane che riveste oggi un’importanza cruciale, specialmente nelle situazioni di povertà, di degrado, di violenza familiare”.
La conclusione del Papa è stata a non avere paura di invitare “Gesù a casa nostra, perché sia con noi e custodisca la famiglia. E anche la sua Madre Maria! I cristiani, quando si sposano “nel Signore”, vengono trasformati in un segno efficace dell’amore di Dio. I cristiani non si sposano solo per sé stessi: si sposano nel Signore in favore di tutta la comunità, dell’intera società.”
“Quando Dio finisce l’opera della creazione e fa il suo capolavoro; il capolavoro è l’uomo e la donna.” Papa Francesco prosegue il cammino di preparazione del sinodo di ottobre dedicato alla famiglia e oggi nella udienza generale ha proseguito la riflessione sul disegno originario di Dio sulla coppia uomo-donna.
Dalle nozze di Cana, con Gesù “che salva la festa” e fa il primo miracolo proprio nel contesto del matrimonio il Papa ricorda che “Gesù ci insegna che il capolavoro della società è la famiglia: l’uomo e la donna che si amano! Questo è il capolavoro!”.
Oggi non è facile parlare di matrimonio come di una “festa” ha detto il Papa alle migliaia di fedeli presenti in piazza San Pietro: “ i giovani non vogliono sposarsi. In molti Paesi aumenta invece il numero delle separazioni, mentre diminuisce il numero dei figli.” sono le difficoltà che la cronaca riporta giornalmente e, dice il Papa, le prime vittime sono i figli: “Se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame “a tempo determinato”, inconsciamente per te sarà così. In effetti, molti giovani sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura.”
Difficoltà non solo economiche ovviamente, ma antropologiche che riguardano soprattutto il ruolo della donna: “Molti ritengono che il cambiamento avvenuto in questi ultimi decenni sia stato messo in moto dall’emancipazione della donna. Ma nemmeno questo argomento è valido. Ma questa è anche un’ingiuria! – ha esclamato a braccio - No, non è vero! E’ una forma di maschilismo, che sempre vuole dominare la donna.”
La famiglia stabile in effetti è un desiderio di tutti “ma, per paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci; pur essendo cristiani, non pensano al matrimonio sacramentale, segno unico e irripetibile dell’alleanza, che diventa testimonianza della fede.”
Con un salto nella storia il Papa ricorda che il matrimonio cristiano con la “grande dignità del legame tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, ossia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e umilianti.”
La uguaglianza dei coniugi è il Vangelo della famiglia e anche per questo i cristiani devono diventare esigenti anche nella società. Il Papa fa esempi concreti “sostenere con decisione il diritto all’uguale retribuzione per uguale lavoro; perché si dà per scontato che le donne devono guadagnare meno degli uomini? No! lo stesso diritto. La disparità è un puro scandalo! Nello stesso tempo, riconoscere come ricchezza sempre valida la maternità delle donne e la paternità degli uomini, a beneficio soprattutto dei bambini.”
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Infine il Papa ha parlato anche della “virtù dell’ospitalità delle famiglie cristiane che riveste oggi un’importanza cruciale, specialmente nelle situazioni di povertà, di degrado, di violenza familiare”.
La conclusione del Papa è stata a non avere paura di invitare “Gesù a casa nostra, perché sia con noi e custodisca la famiglia. E anche la sua Madre Maria! I cristiani, quando si sposano “nel Signore”, vengono trasformati in un segno efficace dell’amore di Dio. I cristiani non si sposano solo per sé stessi: si sposano nel Signore in favore di tutta la comunità, dell’intera società.”