Città del Vaticano , domenica, 3. luglio, 2016 11:00 (ACI Stampa).
“Rifiuto ogni forma di conflitto”. Papa Francesco lo dice a chiare lettere al cronista politico de La Naciòn, il quotidiano nazionale argentino, arrivato appositamente da Buenos Aires a Santa Marta in Vaticano per chiedere al Papa dei presunti cattivi rapporti con il presidente Guillermo Macrì e per mettere fine alla strumentalizzazione della persona del Papa, perché in Argentina in molti dalle forze politiche si sono proclamati come portavoce della volontà papale.
Tra le varie domande, ce n’è una che invece tocca aspetti profondamente ecclesiali, ovvero il rapporto con gli ultratradizionalisti. È probabile che l’intervistatore – con un linguaggio molto politico - pensi a quanti vengono definiti settori conservatori della Chiesa, quelli che frenerebbero “l’ansia di rinnovamento” di Papa Francesco. E’ tutto da comprendere a chi si riferisca in concreto Papa Francesco, considerando che tra gli ultradizionalisti possono essere annoverati anche i lefevbriani, che hanno recentemente fatto un passo indietro riguardo la possibile riconciliazione con Roma tanto cara al Papa.
Il Papa risponde che “loro fanno il loro lavoro e io faccio il mio. Io desidero una Chiesa aperta, inclusiva, che accompagni le famiglie ferite. Loro dicono no a tutto. Io proseguo nel mio cammino senza guardarmi sui lati. Non taglio teste. Non mi è mai piaciuto. Rifiuto il conflitto. I chiodi si rimuovono facendo pressione verso l’alto. Eppure gli si mette a riposo, a lato, quando arriva l’età della giubilazione”.
Riguardo i rapporti con il governo del presidente Mauricio Macrì, il Papa dice che - quando era arcivescovo di Buenos Aires - lo ha “incontrato solo una volta in sei anni” da capo del governo della capitale, e sottolinea che “di alcuni altri problemi parliamo in privato e li risolviamo in privato, e rispettiamo sempre questo accordo con la privacy”.
L’intervistatore incalza con domande sempre di carattere politico, temi che hanno fatto discutere in Argentina, dove il dibattito politico si è fatto non da poco incandescente. Gli chiede perché abbia ricevuto ben tre ministri del governo Macrì nelle ultime settimana, e il Papa spiega che alcuni sono “vecchi amici”. Gli chiede perché ha ricevuto Hebe de Bonafini, la fondarice della Mamme di Plaza de Mayo, visto che molti lo hanno criticato per la scelta. “Lei mi ha chiesto perdono, e io non gliel’ho negato”, dice il Papa. E si riferisce a quando la Mamme di Plaza de Mayo – che sono le madri dei desaparecidos argentini – occuparono la cattedrale, come protesta per l’atteggiamento della Chiesa, ma anche alle critiche lanciate al Papa per il suo comportamento durante la dittatura militare argentina, quando era provinciale dei gesuiti.